LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Quali sono i pensieri di Dio e quali i nostri? Quanto le nostre vie divergono dalle sue vie? La liturgia di oggi ci conduce appunto a domandarcelo, aiutandoci con un esempio, quello del Vangelo. Qui gli operai arrivati all'ultimo momento ricevono lo stesso compenso di quelli che si sono recati al lavoro fin dal mattino. Ciò suscita il malumore e le rimostranze di questi lavoratori e tuttavia è il risultato di una gratuità e di un particolare modo d'agire, quello di Dio, che più che calcolare le ore e i minuti, tiene conto delle condizioni di partenza di ciascuno e supplisce con la sua generosità a ciò che è mancato nella sua materialità. Viene spontaneo pensare al perdono da accordare non sette volte, ma settanta volte sette, come si diceva domenica scorsa. Si potrebbe parimenti dire che la benché minima risposta da parte degli uomini suscita un'imprevedibile generosità da parte di Dio. Possiamo reagire a ciò con animosità che si ammanta di senso giustizia, ma che in realtà nasconde insensibilità e perfino invidia per la generosità di Dio. Di certo chi non è disposto a perdonare non è in grado nemmeno di dare, anzi condanna persino chi sa donare. È il messaggio di questa domenica, che ci ricorda il nostro tempo limitato (le ore della giornata che passano) e la magnanimità di Dio, per farne esperienza al più presto.
(Foto delle montagne che da circa mille metri scendono nella valle del Noce, nei pressi di Pizinno)
PREGHIERA
Tra i più profondi dirupi o nell'immensità del cielo
è come se la tua generosità sconfinata, o Dio,
abbia voluto lasciare le sue tracce.
Crescono arbusti ed arboscelli dappertutto
e i fiori più rari s'intravedono
dove i piedi e le mani degli uomini non arrivano.
"S'ammantano di gloria le tue valli",
mi sembra di udire, mentre vado ripetendo
il tuo salmo e non mi sembra vero
di poter far parte di quest'immenso coro.
Poi soffermandomi, mi sorprende l'infittirsi dell'azzurro:
sembra dirmi che le ore del giorno non sono infinite
come la tua bontà, e allora vorrei
salire sulle cime più alte per cantare anch'io
senza sosta e senza fine
che immensa è la tua misericordia (GM/18/09/11)
Profeta Isaia (55,6-9) - «Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Vangelo di Matteo (20,1-16) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo". Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi»
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