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Invece di guardare verso il cielo, dobbiamo cercare e trovare il cielo nella nostra vita

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Come è possibile vivere, se proprio le componenti di questa vita ci sono del tutto inafferrabili? Se siamo sempre carenti nell'amare, insicuri nel decidere, e incapaci di affrontare la morte?»*. Proprio l'amore, la libertà e la morte non solo ci inquietano, ma ci spingono, al di là del nostro quotidiano, a non accontentarci dell'immagine di un Dio "tappabuchi", cioè di un'entità da noi escogitata per dare una risposta a quanto non ne ha una**. Deve essere il contrario! Nella prima lettura della solennità odierna ci viene insegnato che invece di guardare verso il cielo, dobbiamo cercare e trovare il cielo nella nostra vita, e più esattamente nell'amore, nella libertà e persino all'interno della stessa morte. In quale direzione e in quali ambiti? Nei contesti della vita quotidiana, da intensificare sul piano relazionale. Proprio questi, conformemente al Vangelo, devono essere illuminati da relazioni piene di gioia, sia nei luoghi "sacri" (essi stavano sempre nel tempio) sia nei luoghi sociali ordinari (tornarono a Gerusalemme con grande gioia). È in questo modo che "le componenti di questa nostra vita" cominciano a ricevere un senso più sicuro e più chiaro.
 
* R. M. Rilke, Über Gott zwei Briefe, 13-14.
** www.bernhard-kaiser.homepage.t-online.de/downloads/bonhoeffer.pdf

PREGHIERA
Adesso so finalmente
perché ho sempre amato questi scogli,
che al crepuscolo diventano ancora più bui,
fino ad essere ingoiati del tutto dalla notte.
So perché l'ultimo rosone del sole,
che maestoso si erge ancora per pochi momenti,
resta nell'anima
anche quando non vedo più nulla.
È il momento in cui esso tocca la terra
e sembra battezzarsi nel mare,
quando, tirata la mia piccola zattera al lido,
mi piego a guardare la terra
per vedere quanto essa sia ugualmente
abitata dal cielo.
Cielo che resti anche quando la terra,
sembra rattrappirsi al mancar della luce,
resta sempre, Ti prego, in ogni nostro pensiero
in ogni nostro orizzonte e palpita d'amore,
quando non puoi palpitare di luce! (GM/12/05/13)

Atti degli Apostoli (1,1-11) - Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. ... Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo»...Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo ìstesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Vangelo di Luca (24,46-53) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

12/05/2013
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