LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Nell'andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni». Questo verso del Salmo 125 (126) ricorre nella liturgia domenicale dopo la prima lettura, nella quale il profeta Isaia annuncia solennemente: «Così dice il Signore vostro redentore, il Santo di Israele ... Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova» (Is 43,14.18-19). Qualcosa di completamente nuovo compie effettivamente Gesù nella narrazione che ci viene letta dal Vangelo di Giovanni, pur essendo ascritta dai biblisti a un episodio narrato originariamente dal Vangelo di Luca. Si tratta di un atto salvifico che anticipa l'intera opera redentrice pasquale di Gesù. In maniera toccante ed esemplare, Gesù salva da morte certa una donna condannata a morte secondo la legislazione allora vigente, per flagrante adulterio. Non è difficile immaginare la triste scena dell'angosciante corteo con la donna in lacrime, accompagnata forse dai figli anche loro piangenti. In questo corteo i dottori della legge dovevano sembrare insindacabili e invincibili, in quanto rappresentanti di una legge che però era completamente lontana dallo spirito e dalla Grazia di Dio. E tuttavia Gesù restituisce il sorriso a questa donna e a quanti conservano un barlume di umanità. Sicché al posto di essere i primi a buttare le pietre sui propri simili "peccatori", siamo tutti chiamati dal Vangelo a volgere uno sguardo non solo incoraggiante, ma salvifico, perché tutti, essi al pari di noi, sperimentiamo la misericordia di Dio ogni giorno e in maniera sovrabbondante.
PREGHIERA
Pensando ai legulei che in nome di Dio,
in ogni tempo van legiferando, o Gesù,
una domanda resta sempre tagliente ,
fino a trafiggere il cuore:
perché è così facile immaginare Dio spietatamente esigente
e non piuttosto incommensurabilmente amorevole?
E poi: è davvero tanto implacabile
solo verso le donne o in genere i peccatori indifesi?
Piuttosto, non è pensabile
un Dio che guardi ed accolga le lacrime umane?
La risposta Tu dai ed è definitiva:
siamo tutti colpevoli, perché tutti carenti d'amore
e per questo continuiamo a costruire Dio
a nostra immagine e somiglianza.
Tu che hai fermato le mani pronte ad uccidere
al grido blasfemo "Dio è grande!",
rendi, Te ne preghiamo, più grandi di cuore e pronti al perdono
quanti nel mondo in Te credono (GM/17/03/13)
Dal Salmo 126 (125) - Grandi cose ha fatto il Signore per noi. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. Nell'andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.
Dal Vangelo di Giovanni (8,1-11) - In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
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