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Sei in /Rubriche/La Locandina/LA LOCANDINA 2013/30^ Domenica dell'anno 2013 (anno C)

"La preghiera dell'infelice arriva fino alle nubi"

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Non sarà condannato chi in Dio si rifugia». Il brano evangelico di oggi è la visualizzazione del messaggio del Salmo 34 (33 nella Vulgata). Il primo verso di esso riferisce che fu composto da Davide, «quando si finse pazzo in presenza di Abimelec, tanto che questi lo scacciò». L'episodio [cf. 1 Sam 21,11-15] rimanda al momento in cui Davide era in fuga dal re Saul e temeva che chiunque avrebbe potuto eliminarlo, al fine di ingraziarsi il furibondo sovrano ormai in preda a un delirio di gelosia. Perseguitato da colui che egli, nonostante tutto, continuava a venerare come il "consacrato del Signore", al giovane Davide non restava altro che aprire il cuore direttamente a Dio, di cui sapeva, come troviamo nella prima lettura, che «non è parziale a danno del povero e che ascolta la preghiera dell'oppresso», perché la preghiera dell'infelice «arriva fino alle nubi». Il Vangelo affianca alla preghiera della vedova della settimana scorsa quella di un "pubblicano", che si reca con grande umiltà al tempio, dove espone la sua situazione di "peccatore" e per questo torna a casa giustificato (dedikaiōménos). Giustificato di che cosa? Di essere "pubblicano", cioè esattore delle tasse al servizio di una potenza straniera: quella di Roma. Ciò era ritenuto irreligioso e infamante. La parola sembra anticipare quanto Gesù dirà a uno dei capi dei pubblicani, Zaccheo: la salvezza è per i peccatori, la gioia di Dio è per gli infelici, che si rivolgono a lui, nonostante il disprezzo e la condanna di tutti gli altri.

PREGHIERA
Ci sono situazioni, Signore, più dure e impenetrabili
di un macigno, che appare come posto a confine
tra la terra ed il cielo, tra il Tuo cuore fedele e immutabile
ed il nostro vagare su sentieri che vanno sul limite,
laddove nessun'altra traccia è visibile e nemmeno possibile...
Ah, gli Holzwege dei miei libri tedeschi,
qui al nostro Sud sono viuzze che finiscono
tra sterpi e ventagli fioriti,
che, quasi bandiere dei poveri, continuano
a proclamare la tua gloria segreta, brulicante di vita!
Così ogni infelice del mondo eleva a Te la sua voce,
lontano da qualsiasi frastuono e tripudio liturgico,
con la sola liturgia celebrata
sui bordi nemmeno tracciabili di una natura
che in autunno si tinge di tutti gli acquerelli possibili.
Qui la voce umana sommessamente ripete:
«Pietà di me, voce stonata, di questa meravigliosa natura!»,
mentre Tu, mio Dio, sembri sussurrare nel vento:
«Torna a casa contento, la tua preghiera
ha aperto una breccia nel cielo!».
E così io vado felice e vivrò per ringraziarti ogni giorno.(GM/27/10/13)

Libro del Siracide (35, 12-14.16-18) - Il Signore è giudice e per lui non c'è preferenza di persone. Non è parziale a danno del povero e ascolta la preghiera dell'oppresso. Non trascura la supplica dell'orfano, né la vedova, quando si sfoga nel lamento. Chi la soccorre è accolto con benevolenza, la sua preghiera arriva fino alle nubi. La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l'equità.

Dal Salmo 34 (33). Il povero grida e il Signore lo ascolta. Benedirò il Signore in ogni tempo, / sulla mia bocca sempre la sua lode. / Io mi glorio nel Signore: / i poveri ascoltino e si rallegrino. / Il volto del Signore contro i malfattori, / per eliminarne dalla terra il ricordo. / Gridano e il Signore li ascolta, / li libera da tutte le loro angosce. / Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, / egli salva gli spiriti affranti. / Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; / non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Vangelo di Luca (18,9-14) - In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo". Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore". Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

27/10/2013
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