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Il colore dei fannulloni

IL SETTIMANALE - Ormai non passa giorno che non si debba assistere, nostro malgrado, a quello che sta sempre più diventando uno sport nazionale messo in atto da chi, invece di occuparsi seriamente di come risolvere i problemi dell’Italia, spreca tempo ed energie ad aggredire verbalmente e dileggiare avversari politici o, peggio ancora, a sparare nel mucchio in modo populistico e demagogico. L’ultimo in ordine di tempo è stato il ministro Brunetta il quale ieri, forse galvanizzato dalla platea di sostenitori, ha ripreso il ritornello sui fannulloni, pensando bene di dar loro anche una coloritura politica.

Di fronte a questi atteggiamenti a dir poco irresponsabili, che offendono e mortificano profondamente l’immagine di un paese civile e culturalmente evoluto come l’Italia, offrendo al mondo uno spettacolo davvero indecoroso di una classe politica e di governo che non conosce neanche lontanamente il senso dello Stato, del rispetto delle Istituzioni o, quantomeno, le regole più elementari del buongusto e del decoro, verrebbe voglia di dirla con Dante «non ti curar di loro, ma guarda e passa».
Tuttavia non credo sia più il tempo di porsi di fronte a queste continue provocazioni e violenze verbali con atteggiamenti di «divina indifferenza». Penso, invece, che chiunque ha a cuore il futuro individuale e collettivo di questo Paese debba iniziare seriamente a pensare che è giunto il momento di indignarsi e di rispondere con i mezzi della democrazia, della ragione e della cultura, creando un clima forte di consapevolezza che richiami ai propri doveri istituzionali coloro che forse hanno scambiato il ruolo di governanti conferito loro dal popolo, in una sorta di potere assoluto. È forse il caso di ricordare al coro dei quotidiani dileggiatori che chi vince le elezioni «governa» non «comanda»: una differenza sostanziale.

Per quanto riguarda poi il merito della questione dei famigerati «fannulloni», credo che il nostro ministro Brunetta aveva ed ha tutti i mezzi legali per stanarli e punirli in modo esemplare; da qualunque parte essi stiano: bianchi, rossi, neri, verdi, gialli, di destra, sinistra, sopra, sotto, o di qualsiasi altra risma e fatta.
Allora signor Ministro, invece di gareggiare con chi offende e provoca nel modo più inquietante, o di esercitarsi sulle improbabili coloriture dei suoi fannulloni, perché non si impegna seriamente in questa direzione? Le assicuro che se facesse questo renderebbe un gran servizio a tutta l’Italia e agli italiani.

Diversamente darà la netta sensazioni di chi è abituato a dividere il mondo in buoni e cattivi, dove i buoni sono quelli che la pensano come lei, che sono nel giusto, mentre i cattivi sono quelli che non la pensano come lei, e hanno sempre torto. Come tutti sanno, invece, la realtà è molto più complessa.

Pio G. Sangiovanni
17/11/2008
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