ORSOMARSO - Dopo aver approvato in extremis il bilancio di previsione per il 2007, è il terzo consecutivo dopo la diffida dal Prefetto, il Consiglio comunale di Orsomarso si è di nuovo impantanato di fronte alla proposta di approvazione della convenzione per la gestione dei boschi comunali ed ha dovuto rinviare la trattazione dell’argomento a nuova seduta che dovrebbe tenersi lunedì prossimo. Convocato dal sindaco Angelo Paravati per lunedì 4 giugno ’07 alle 20.30 il civico consesso ha avuto una coda di alta tensione che ha sfiorato lo scontro fisico fra l’assessore al Territorio Antonio Papa e l’ex capogruppo di maggioranza Angelo Cersosimo, reo quest’ultimo di aver portato avanti una tesi contraria all’impostazione dell’Amministrazione.
Il primo dei due argomenti posti all’ordine del giorno riguardava l’approvazione della convenzione tra il Comune di Orsomarso e la Società Bio for Energy int. Srl per l’assegnazione in concessione pluriennale della gestione eco-sostenibile dei boschi di proprietà del Comune. Si tratta, in sintesi, di un’iniziativa che fa riferimento all’art. 3 punti 3 e 4 del Protocollo di Kyoto – Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ed i pozzi di assorbimento del carbonio. Ma, da quanto si è potuto capire, il problema non è tanto legato all’accordo sulla bontà della proposta, quanto piuttosto su un calcolo prettamente economico e di effettiva utilità per le anemiche casse del Comune. Infatti, la bozza di accorso prevedeva che, in cambio della concessione della gestione dell’intero patrimonio boschivo comunale per un periodo di almeno dieci anni rinnovabili, venisse versato al comune un canone annuo di 29 mila euro.
Un calcolo che è stato contestato sia dalla minoranza consiliare, rappresentata dai consiglieri Alfredo De Caprio e Gianluca Bottone, che da numerosi esponenti dei banchi di maggioranza. In sostanza viene messo in discussione la stima di massima del valore del patrimonio boschivo che sarebbe stato calcolato in meno di 400 mila euro mentre circa 15 anni fa studi ufficiali parlavano di oltre 3 miliardi di vecchie lire. Una svalutazione inspiegabile considerato anche che il patrimonio boschivo del comune non ha subito nel frattempo nessun tipo di danno e alla quale il sindaco e l’assessore Papa non hanno saputo dare alcuna spiegazione plausibile.
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