POLLINO - Dopo una pressante campagna tesa ad ottenerne l’allontanamento dall’incarico a causa della condotta tenuta nella vicenda dei lavori di restauro del santuario della Madonna di Costantinopoli di Papasidero, le associazioni ambientaliste del Pollino tornano alla carica e accusano di ipocrisia il Soprintendente ai Beni architettonici e del paesaggio di Cosenza dott. Cecati e ne chiedono nuovamente la rimozione.
“Una Soprintendenza ipocrita quella di Cosenza – si legge in un comunicato – da un lato il Soprintendente Cecati commenta entusiasta sul Sole 24 ORE del 18 maggio una mostra di cartoline dei primi del novecento avente come oggetto diverse località della Calabria sottolineando che ‘’i luoghi sono valori’’ e ancora che ‘’con questa rassegna fotografica restituiamo al patrimonio culturale oggetti rari e di tutela e nello stesso tempo documentiamo un'epoca, affrontando il tema del recupero attraverso la ricerca della continuità tra presente e passato’’, dall'altra parte ci sono i mostri sorti all'ombra della stessa Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio di Cosenza in tutto il territorio cosentino e nel Pollino”.
Gli ambientalisti ricordano, a tale proposito, il mostro di Praia a Mare che è stato oggetto di un recente blitz di Legambiente; il restauro definito insensato con roccia cementata dell’antico Santuario di S.Maria di Costantinopoli sul fiume Lao a Papasidero; il parcheggio in cemento armato accanto al maestoso castello di Altomonte; il punto informativo, anch’esso in cemento armato, a Cerchiara di Calabria.
“Non ha forse a disposizione Cecati – si chiede la nota – le cartoline inizi novecento relative a questi luoghi? Quanto amore per il cemento da parte di questa Soprintendenza!! Farebbe bene il ministro Rutelli – chiosano gli ambientalisti del Pollino – a rimuovere dall'incarico attuale Cecati e quanti dagli uffici della Soprintendenza di Cosenza continuamente mettono in pericolo il patrimonio storico artistico e culturale cosentino, patrimonio di ogni italiano, senza fare tante inutili e fastidiose chiacchiere”.
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