PARCO DEL POLLINO - Per il Pollino gli esami non finiscono mai. Voci e paure sul Commissario, un banco di prova per il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio e sulle politiche ambientali nel Sud.
Il commissariamento del Parco del Pollino è ormai in dirittura d'arrivo. Entro pochi giorni il Ministro dovrà decidere e sta raccogliendo gli ultimi pareri e relazioni.
Sul parco del Pollino il ministro Alfonso Pecoraro Scanio si gioca molto. Il Pollino, fra Basilicata e Calabria, rischia di diventare il banco di prova del ministro «verde» di una politica verso il sud.
Una zona del paese sempre sotto osservazione e che, francamente, fa di tutto per non allontanare le
ombre. La Basilicata ha buone pratiche da mettere in mostra, sia pure frutto di anni di sacrifici, ma ha anche compromissioni tipiche di un ambiente chiuso fatto di invidie e di atti renitenti, come dimostrano proprio le vicende del Pollino.
La Calabria, verso cui pare si orientano le attenzioni romane, ha una gran voglia di modificare la considerazione negativa che aleggia su questa meravigliosa regione, ricca di natura, di tradizioni, di cultura, ma che immancabilmente naufragano ogni volta che qualche uomo di buona volontà cerca di affrancarsi dalle catene che un'antica consuetudine negativa ha posto e che riecheggia nelle solite frasi di scoraggiamento: non è possibile, non cambierà niente, ecc. E lo dimostrano l'impasse dell'Aspromonte, della Sila, delle coste deturpate
e degli Enti che dovrebbero pensare alla valorizzazione del proprio territorio.
Queste paure emergono in un articolo pubblicato dall'Ola
(Organizzazione Lucana Ambientalista) che fa buona guardia alle vicende ambientali della Basilicata, con una sensibilità ed una puntualità veramente apprezzabili. Paure che, se confermate, gettano nello scoramento chi ha
creduto in una rinascita del Parco e azzerano la credibilità di questo Ministero che sarà difficile recuperare con danni non solo ambientali. (
Ignazio Lippolis)
(17 Febbraio 2007)
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