PAPASIDERO - Trecento ettari di bosco di alto fusto e di pascolo cespugliato in zona uno del parco del Pollino andati distrutti dalle fiamme che continuano ad imperversare senza che si riesca ad arginarle. È questo il bilancio drammatico di tre giorni di inferno scatenatosi nel comune di Papasidero, già pesantemente colpito in questa stagione estiva durante la quale si sono toccate temperature record che certamente hanno favorito il propagarsi delle fiamme, rendendo ancora più ardua l’opera di spegnimento da parte di uomini e mezzi del servizio antincendio.
Una situazione la cui drammaticità per il patrimonio naturalistico ed ambientale di una delle aree più suggestive ed importanti del parco nazionale del Pollino, è difficile rendere a parole. Lo si capisce dalla reazione allarmata e sconsolata del sindaco Mario Bloise il quale nella serata di ieri ci ha descritto un quadro desolante, con intere contrade completamente attraversate dalle fiamme, boschi di leccio, querce, faggi e della ricca e varia vegetazione mediterranea distrutti, ovili e ricoveri di animali inceneriti dal fuoco per una stima dei danni che al momento diventa difficile quantificare. Soprattutto se si considera il danno ambientale che in questo caso si presenta davvero incalcolabile. Tre giorni di fuoco che hanno devastato il Monte Ciavola, contrada Pantana e le Serre, ai confini con i comuni di Laino Castello e Aieta, mentre nella giornata di ieri nuovi focolai sono divampati nelle località Madonna del Carmine, Scaricapietre e Scorpari al limite con i comuni di Mormanno e Orsomarso.
Una situazione molto grave rispetto alla quale il sindaco Mario Bloise del piccolo borgo della valle del Lao non nasconde la sua irritazione e sfiducia rispetto alla reale capacità delle istituzioni territorialmente competenti, a cominciare dall’Ente Parco del Pollino, ad intervenire con puntualità ed efficacia sulle emergenze che si verificano.
“Dal 20 agosto – afferma il primo cittadino di Papasidero – stiamo assistendo ad un vero e proprio disastro senza che ci sia stato alcun intervento serio di soccorso aereo che potesse dar manforte ai tentativi, quasi disperati, delle squadre antincendio che operano a terra coordinate dagli agenti del Corpo forestale dello Stato. Nonostante la gravità della situazione e le pressanti richieste, in questi giorni abbiamo assistito all’effettuazione di appena due lanci da parte di un canadair che poi non è più tornato, dirottato evidentemente altrove. Eppure ci troviamo in zona 1 del parco del Pollino. Vi è assoluta mancanza di assistenza da parte Regione e dello stesso Ente Parco che dovrebbero invece provvedere in modo determinante alla salvaguardia del territorio senza lasciarci soli di fronte a queste terribili calamità”.
Torna, quindi, di grande attualità quanto già denunciato due settimane fa dal sindaco di Buonvicino Giuseppe Greco, il quale parlava di carenze organizzative nel coordinamento degli interventi e nell’individuazione delle priorità nel caso in cui, come accaduto in questi giorni, l’emergenza incendi investe i vari angoli del territorio. Da questo punto di vista, è stata accolta positivamente, anche se giudicata tardiva, la decisione del ministro della Difesa Arturo Parisi di disporre l’invio elicotteri di Esercito e Marina e di un battaglione che opererà in Calabria a supporto delle attività in corso. Nel frattempo la cronaca di questa nuova giornata di fuoco, che ha coinvolto quasi tutti i paesi alto tirrenici, da Grisolia a Verbicaro, a Orsomarso dove dall’alba piove ormai ininterrottamente cenere, si chiude con l’immagine sinistra di un nuovo fronte di fiamme divampato all’imbrunire nella serra La Limpida al di sopra del borgo di Santa Domenica Talao.
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