Al Valle Lao si chiede di tornare alla normalità
SCALEA - Al Consorzio di bonifica Valle Lao di Scalea c’è voglia di normalità. Almeno è questo ciò che si coglie dagli atteggiamenti di molti dipendenti decisamente preoccupati per l’incertezza che continua a dominare la scena. Una normalità che significa naturalmente ritorno ad una gestione democratica espressa attraverso il voto degli associati che ne hanno diritto. Questa esigenza si coglie anche in una lettera scritta dalla rappresentante della Sindicob-Cida Paola Reda, da Salvatore Alberti della Filbi-Uil e da Antonio Bloise già Rsa della Flai-Cgil i quali si sono rivolti al governatore della Calabria Agazio Loiero e all’Assessore all’Agricoltura Mario Pirillo pur non rinunciando ad esprimere tutte le loro riserve rispetto alle argomentazioni contenute nella recente lettera di dimissioni del commissario dell’Ente Alfredo Allevato.
“La gestione dei venti mesi di commissariamento Allevato – esordiscono gli esponenti sindacali del Valle Lao – ha prodotto grandi cose, lui dice, e tuttavia lo stesso sembra dimenticarne altre ancora più importanti, ma assolutamente trascurate. In relazione al personale occorre precisare che nel corso degli ultimi quattro anni di Commissariamento e in specie negli ultimi venti mesi, l’Ente ha subito certamente un degrado anziché un miglioramento salvo che, per tale, si intendano evidentemente le ‘promozioni elettorali’, fatte tutte il 1.04.2005 con una fretta estrema ed esagerata, e con una ostinazione tale da indurre lo stesso a ripeterle tante volte quante sono risultate essere le illegittimità in esse contenute e rilevate”.
Gli scriventi passano poi richiamare le promozioni di alcuni da operai ad impiegati, “senza averne i giusti e legittimi titoli di studio”, avanzamenti di carriera in aperta violazione delle regole contrattuali. “A fronte delle cennate promozioni – aggiungono gli esponenti sindacali – transazioni illegittime ed antieconomiche, poi bocciate dalla struttura di Controllo, tant’è che taluni dipendenti promossi sono stati indotti a restituire somme percepite indebitamente, c’è che Allevato ha umiliato e schiacciato la dignità di altri lavoratori che, per ragioni politiche, sono stati ingiustamente discriminati. Una sorta di ammutinamento avallato, peraltro, dalla Direzione generale dell’Ente che, anziché garantire il rispetto delle regole, supinamente ha accordato tutto l’operato degli amministratori straordinari.
I metodi usati dall’attuale commissario sono stati talmente poco democratici e gli inquadramenti fatti talmente poco legittimi da creare una situazione di astio, veleno, odio e tensione tra tutto il personale che non ha mai avuto precedenti nella storia degli ultimi trenta anni del Consorzio Lao. Non esiste, allo stato, all’interno del Valle Lao, un dipendente che possa definirsi amico di un altro, tutti sono contro tutti”. Una vera e propria disamina, quindi che non risparmia il trasferimento di personale dall’Urbi al Consorzio, l’affidamento di incarichi professionali dall’esterno a tutti i livelli, gli avanzamenti di carriera anche nel settore forestale dove sono state attivate nomine di Capi operai, Capi squadra e vari inquadramenti superiori sulle cui delibere pendono ricorsi a iosa.
“Tutto ciò senza dimenticare – conclude la lettera – che lo scopo principale per il quale i Commissari sono stati nominati di volta in volta, e cioè quello di ridare all’Ente una amministrazione ordinaria attraverso il libero e regolare svolgimento delle elezioni per il rinnovo delle cariche consortili, non solo non è stato raggiunto ma neppure mai perseguito. Basta con la violenza morale e con i metodi tirannici e dittatoriali. C’è bisogno di giustizia, di rispetto delle regole e della dignità e soprattutto di tanta serenità che, all’interno degli uffici del Valle Lao, è assolutamente diventata un sogno”.
(san.pio gio.)
31/05/2005
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