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Presentazione di Gesù al tempio: Festa dell'incontro fra l'Antico Testamento e il Nuovo

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - La 4^ domenica del "tempo ordinario" cade quest'anno il 2 febbraio, dedicato dalla tradizione cattolica alla festa della Presentazione di Gesù al tempio, avvenuta, secondo le norme ebraiche, il 40° giorno dopo il Natale. Dal 25 Dicembre, contando anche la data di partenza e quella di arrivo, anche per noi è effettivamente trascorso un lasso di tempo intorno al numero quaranta, numero altamente significativo per gli Ebrei, a partire dal cammino nel deserto: tempo di passaggio e tempo di crescita, similmente ai 40 giorni che Gesù trascorrerà nel deserto di Giuda, agli inizi della sua attività pubblica. Nella liturgia odierna la Presentazione è il raccordo più importante tra il tempo dopo Natale e quello della Quaresima precedente la Pasqua. La ricorrenza è anche, secondo la spiritualità orientale, la festa dell'incontro. L'incontro tra l'Antico Testamento ed il Nuovo. L'incontro tra quanti, fin dai tempi più antichi, avevano desiderato di vedere il Messia e il Messia stesso, portato nel tempio da protagonisti di prim'ordine della nuova fase della storia, la quale riceve la sua svolta ed il suo impulso decisivo proprio dal Messia ormai presente nel mondo. È anche singolare che sia il vecchio Simeone sia l'anziana Anna, persone che hanno trascorso la vita intera per vedere il giorno del Signore, ora possano incontrarlo e parlarne agli altri. Di Simeone si dice espressamente che, avendo visto Gesù, lo "accolse tra le braccia". La sua accoglienza è esemplare, sembra fare da contrappunto all'indifferenza generale di chi non si accorge di nulla, proprio in quel tempio, lo stesso che un giorno nella persona dei suoi capi (i sommi sacerdoti) respingerà Gesù, fino a decretarne la morte. Siamo invitati anche noi ad una accoglienza attenta e convinta, che diventi sequela.

PREGHIERA

Al tempio, o Gesù, si formò quel corteo
di poveri su cui si reggeva e si regge
la ricchezza del mondo:

Simeone, che scrutando lontano,
seppe vedere il passato e il futuro
nel loro confluire su di Te che, bambino,
passavi dalle braccia di Tua Madre alle sue,
e venivi già presentato ed offerto;

Anna, la vedova, di cui solo Tu avevi da anni colmato
la solitudine con il desiderio di vedere il tuo giorno;

Maria, che sentiva già lontane premonizioni
di ciò che incombeva sulla Tua e la sua storia,
nella quale in ogni caso sarebbe rimasta coinvolta;

Giuseppe, che tutto ascoltava ed offriva,
al pari delle piccole e bianche colombe, recate,
con la stessa dolcezza di Maria,
sul suo grembo. (GM/02/02/14)

Dal Salmo 24 - Vieni, Signore, nel tuo tempio santo. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Vangelo di Luca (2,22-40) - Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

02/02/2014
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