LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Apriva le parabole del Regno l'immagine del seminatore che getta la semente in ogni parte del suo terreno. Si potrebbe davvero dire: in ogni angolo della terra, anche lungo la strada e tra sassi e spine. In realtà questi ultimi Gesù li ha trovati dove meno se li aspettava: nel suo popolo, nell'indifferenza di alcune città e nell'ostilità dei farisei. Nel Vangelo di oggi egli è in terra straniera e lungo la via. Ma proprio qui sperimenta l'accoglienza e l'invocazione d'aiuto di una donna pagana, che, paradossalmente, si rivolge a lui con l'appellativo ebraico di "Figlio di Davide", cioè di "Messia". Alla sua reazione, che ribadisce la fede degli Ebrei sul nutrimento che essi ricevono da Dio perché suoi figli, la donna risponde con umiltà e fiducia: l'umiltà di chi sa di non essere (ancora) parte integrante della comunità dei figli; la fiducia di chi sa di avere tuttavia un posto nel Regno di Dio, appoggiandosi alla fede nel Messia, che ne è il protagonista. Gesù conferma e sancisce questa sua fede come "grande fede", a differenza di quella "poca", che egli di tanto in tanto rimprovera persino ai suoi apostoli.
Preghiera
«Una luce rifulse su coloro che sedevano nelle tenebre
ed in ombra di morte», così stava scritto
e anche per questo Tu sei venuto Gesù:
per i pagani di allora in Tiro e Sidone,
nomi che noi abbiamo imparato a scuola fin da piccoli,
appunto da classici scritti da pagani.
Ma a dire il vero, oggi non saprei
se fossero più pagani loro o lo siamo noi, che ti ricordiamo
solo nei momenti delle grandi feste,
quando è più facile credere
perché tutti sembrano avere una gran fede...
E tuttavia, se pure essi, i pagani, hanno potuto mangiare
non solo le briciole, ma il pane dei figli,
non ti stancare, se noi ancora domandiamo
un po' di pace nell'anima; mentre da una barca all'asciutto
almeno loro, i più giovani, avvertono ancora tanta fame
e soprattutto tanta sete di te. Amen (GMazzillo/17/08/14)
Isaia (56,1.6-7) - Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».
Vangelo di Matteo (15,21-28 - In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.
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