LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Inizia da oggi, nel Vangelo di Matteo che stiamo leggendo la domenica, la presentazione del Regno di Dio attraverso le parole di Gesù. Narreranno di terra e di mare, di perle e di cielo, di contadini e marinai, di lievito e semi. Parlando alla folla da una cattedra singolare (una barca), Gesù apre il primo orizzonte di comprensione di quanto sta per dire: la sua Parola è come la semente gettata dappertutto, in ogni angolo della terra e in ogni cuore umano. Può trovare accoglienza o essere respinta, essere soffocata o semplicemente essere ignorata. Può germogliare all'improvviso e poi essere lasciata a seccare, soltanto come un bel discorso che abbiamo ascoltato e ammirato, ma non abbiamo seguitato a capire e soprattutto a mettere in pratica. Siamo noi la strada, i sassi e le spine oppure i terreni disponibili che fruttano ciascuno a suo tempo e proporzionatamente alle proprie capacità. Se Gesù ha chiamato affaticati ed oppressi, per offrire loro il suo contrassegno distintivo (il giogo da portare, dolce e leggero, vedi domenica scorsa), il Vangelo di oggi traccia la strada sulla quale camminare: è una strada dove incontreremo le nostre vere opportunità, purché impariamo ad ascoltare senza troppe pretese, ma anche senza tentennamenti.
PREGHIERA
«Non tornerà a me senza effetto
la mia Parola mandata sulla terra!».
Così assicurava il Profeta
e da lì ripartisti anche Tu, Maestro che guardi la natura
e i movimenti dell'animo umano,
per insegnarci a scandagliarli
e a volgerli al bene.
Sì, ti preghiamo,
aiutaci a seguire la sapienza
che Tu non ci fai mancare
e che tuttavia il chiacchiericcio della strada,
la durezza della vita
o l'ansia delle mille cose da fare
hanno reso introvabile in noi e fuori di noi.
Vieni, come acqua che disseta nei giorni di arsura,
vieni sempre come Parola
che riscalda ed orienta i nostri passi,
specialmente quando sono più incerti. Amen!
(GM/13/07/14)
Isaia (55,10-11) - Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata».
Vangelo secondo Matteo (Mt 13,1-9) - Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
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