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Il Parco Nazionale del Pollino: alcune riflessioni

Istituito con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 31 dicembre 1990 e con il D.P.R. 15 novembre 1993, il Parco Nazionale del Pollino comprende un'area vasta circa 200 mila ettari, fra due regioni (Calabria e Basilicata) e fra due mari, lo Ionio e il Tirreno.

In questo territorio troviamo luoghi di rara bellezza, di natura selvaggia e incontaminata, che hanno guadagnato a pieno titolo la definizione di area wilderness del sud. La Valle del Fiume Argentino è stata riconosciuta Riserva Naturale Orientata con Decreto 21 luglio 1987 del Ministero dell'Agricoltura e Foreste. Insieme a questa riserva furono istituite anche le analoghe aree protette della Valle del Fiume Lao e delle Gole del Raganello. Questa data ha rappresentato un passaggio decisivo, dando finalmente il giusto riconoscimento al patrimonio naturalistico e ambientale di inestimabile valore e bellezza esistente.

Un patrimonio eccezionalmente conservato ma anche continuamente esposto a rischi di ogni genere, che avrebbero potuto compromettere irrimediabilmente l'equilibrio ecologico esistente. Ecco quindi la necessità di un intervento legislativo che rappresentasse un reale momento di svolta, un segnale che qualcosa stava cambiando anche per quest'area della Calabria.

Naturalmente il Decreto istitutivo della Riserva Naturale Orientata estesa circa 4 mila ettari, nel cuore dei Monti di Orsomarso, ha dato un contributo decisivo alla ultraventennale discussione sull'istituzione del Parco Nazionale del Pollino, con una novità però: non più l'area "piccola", limitata cioè al massiccio del Pollino vero e proprio, ma un'area "vasta" che comprendesse cioè anche i Monti di Orsomarso. Le domande che bisogna porsi, parlando di parchi e di tutela dell'ambiente, sono queste: perché si istituisce un'area protetta, a cosa serve, quali sono le sue finalità. E' importante porsi questi quesiti ed è proprio da essi che bisogna partire per cercare di chiarire molti equivoci che esistono e danno una visione distorta di quello che è in realtà un parco e sul suo significato in un mondo come quello in cui viviamo.

Molti infatti, ancora oggi, sentendo parlare di aree protette, pensano subito e soltanto a zone disabitate, ad ambienti dove l'uomo non arriva. Ma in realtà, le cose non stanno così. Le FINALITA' del parco vengono riassunte in 4 punti fondamentali: Innanzitutto vi è la necessità di "garantire la tutela di un complesso di valori naturalistici, storici, paesaggistici e ambientali, la conservazione di valori bio-genetici della flora e della fauna nonché degli attuali aspetti geomorfologici". Al primo posto vi è quindi la tutela ambientale dal pericolo di degrado irreparabile a causa dell'azione sconsiderata dell'uomo, spinto talvolta da intenti speculativi.

Ma, precisato ciò, il Decreto pone anche l'attenzione sul fatto che bisogna "favorire il ripristino delle attività agro-silvo-pastorali e promuovere nuove iniziative nel settore purché compatibili con le finalità di tutela e salvaguardia degli aspetti paesaggistici e le tipologie in uso". Il riferimento agli aspetti economici dell'area del parco sono quindi evidenti e vengono ancora di più precisati quando si afferma che il parco vuole "creare migliori condizioni di vita per le popolazioni delle zone interessate, anche attraverso la valorizzazione dei caratteri originari delle culture, delle etnie e delle lingue locali, nonché la promozione di iniziative produttive compatibili con le finalità del parco".

Come si può notare, quindi, nel parco il ruolo delle popolazioni è centrale per il raggiungimento degli obiettivi di tutela, salvaguardia e valorizzazione. Ma un parco non si improvvisa, esso si costruisce quotidianamente attraverso un'azione di divulgazione e formazione culturale, che possa far nascere nelle popolazioni una nuova coscienza ambientale; ecco perchè le finalità istitutive del parco pongono l'accento sulla necessità di "promuovere la ricerca scientifica e l'educazione ambientale", elementi fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi. Fanno parte del Parco Nazionale del Pollino 56 Comuni, fra versante lucano e calabrese, una parte di essi è interamente ricadente nel perimetro del parco, alcuni sono parzialmente compresi nell'area del parco con i centri storici inclusi, altri invece sono parzialmente inclusi con il centro storico esterno all'area protetta. Quindi vi è un legame strettissimo fra parco e popolazioni, paesi, con la loro storia, tradizione, usi, costumi ed economia locale; senza di essi il parco non potrebbe esistere, non avrebbe senso.

I centri storici, con i loro monumenti, le aree archeologiche, i tesori d'arte, molti dei quali assolutamente sconosciuti, contribuiscono a riempire di contenuti il progetto del parco che tende a conciliare le esigenze di tutela e salvaguardia con lo sviluppo economico delle popolazioni, uno sviluppo sostenibile, appunto.

A cura di Pio G. Sangiovanni
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