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Modifica legge elettorale: no di Napolitano

SCALEA - Continua a far discutere la ventilata proposta di modifica della legge elettorale regionale che già due volte ha, comunque, incontrato ostacoli insormontabili prima ancora che il Consiglio regionale entrasse nel merito.
Decisamente contrario alla bozza circolata negli ultimi tempi, è l’esponente del Patto Segni Aurelio Napolitano che, in una dichiarazione, ha espresso tutte le sue riserve riguardanti almeno due ordini di fattori; il primo deriva da un ragionamento politico generale che considera l’iniziativa a dir poco inopportuna, vista ormai l’imminenza della scadenza elettorale, l’altra considerazione entra invece più nel merito della proposta e considera non condivisibile qualsiasi forma di sbarramento.
“Il dibattito intorno alla proposta di modifica della legge elettorale regionale – afferma Napolitano – dà l’impressione di essere una sorta di esercizio retorico su una questione che non sembra proponibile dal momento che ci si appresta, ormai, a definire le liste dei candidati da sottoporre al vaglio dell’elettorato calabrese. Considero, quindi, quanto mai inopportuno tentare di introdurre delle modifiche sostanziali della normativa attualmente in vigore poiché, usando una metafora sportiva, sarebbe come inserire improvvisamente nuove regole mentre la partita è già in corso.
Trattandosi di una questione molto importante e delicata per la vita democratica della nostra Regione – ha aggiunto – è necessario un attento ed approfondito esame che coinvolga non solo gli addetti ai lavori della politica regionale, ma anche tutto il variegato mondo dell’associazionismo e della società civile più in generale, in modo da giungere ad una soluzione condivisa.
Affinché ciò avvenga non bisogna avere fretta. Se proprio c’era l’intenzione di proporre una nuova legge elettorale, allora bisognava pensarci prima e non giungere a pochi mesi dalle elezioni. Nella sostanza – ha concluso Aurelio Napolitano – sono assolutamente contrario a qualsiasi ipotesi di sbarramento che, a mio avviso, rappresenta una limitazione dell’esercizio della volontà popolare”.
(san.pio gio.)
25/01/2005
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