Napolitano protesta per la nuova legge elettorale
ORSOMARSO - “La nuova legge elettorale, approvata in ‘’zona Cesarini’’ dal Consiglio regionale, fa esultare alcuni ma è una norma che, di fatto, impedisce alle forze minori di poter partecipare alle prossime elezioni regionali a scapito della democrazia in quanto adottata a partita già iniziata, cambiando così le regole del gioco in favore dei prepotenti”.
A sostenerlo è Aurelio Napolitano, consulente giuridico-economico del Patto dei liberaldemocratici che già nei giorni scorsi, nel momento in cui era in atto un grande lavorio in seno all’Assemblea regionale della Calabria per cercare di giungere ad un’intesa sulle nuove regole elettorali, aveva criticato con decisione le varie ipotesi di accordo, prima fra tutte la proposta di sbarramento.
“Non si è avuto il coraggio di affrontare la partita elettorale già iniziata in modo corretto – rincara la dose Napolitano – leale e trasparente, ma si è voluto imporre la prepotenza allo scopo di perpetuare il proprio potere. Non si è avuta la capacità di esaminare per tempo il problema, mentre sarebbe stato giusto rimandarlo per definire anche il nodo delle incompatibilità e più in generale, l’intera materia elettorale sulla base del nuovo Statuto regionale. Dispiace particolarmente constatare che oggi, all’indomani delle elezioni in Iraq costate una guerra infinita allo scopo di esportare la ‘’democrazia’’, in Calabria si è fatto di tutto per modificare le regole della democrazia che pretendiamo di esportare.
È stato purtroppo imposto uno strappo istituzionale – prosegue l’esponente dei liberaldemocratici – che non fa bene alla Calabria ed alla sua fragile democrazia. È stato un sopruso che si poteva evitare; sarebbe stato auspicabile che i due poli si fossero confrontati sui programmi per la regione evitando questa anomala situazione ingiustificata sotto l’aspetto democratico, che non consente a tutte le forze moralmente sane di avere rappresentanza e dare il proprio contributo per la crescita liberaldemocratica della Calabria.
È una brutta pagina per il popolo calabrese – conclude Napolitano – perché impedirà a molte rappresentanze politiche radicate sul territorio, non inglobate nella spa di Berlusconi, libere moralmente, di avere una rappresentanza nel Consiglio. E andando avanti di questo passo, dovremo abituarci a vederne di peggio”.
(san.pio gio.)
02/02/2005
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