La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, prende posizione sulle iniziative di alcuni sindaci del versante occidentale del territorio del Parco del Pollino di emettere ordinanze che autorizzano l'abbattimento dei cinghiali da parte dei proprietari dei terreni che ricadono in zona 2 del parco e che abbiano subito danni da parte degli ungulati. Pubblichiamo il testo integralmente così come è stato trasmesso ai seguenti destinatari: Al Ministero dell'Ambiente, Direzione per la Protezione della
Natura - Roma; Al Commissioner for Environment, European Commission, Rue de la Loi, 200 - Bruxelles 1049; All’Ente Parco Nazionale del Pollino - Rotonda; All’UFFICIO CONECOFOR CORPO FORESTALE DELLO STATO; E p. c. Al sindaco di S.Domenica Talao.
"Si apprende con preoccupazione dalla stampa (Quotidiano della Calabria, pagina di Cosenza, 15 Settembre 2008) che il sindaco del comune di Santa Domenica Talao (CS), il cui territorio è in parte compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino, oltre che nella Zona di Protezione Speciale IT9310303 “Pollino e Orsomarso”, avrebbe emesso (e non sarebbe il solo in zona) un’ordinanza con cui si autorizza fino al 30 settembre: “L’abbattimento dei cinghiali da parte dei conduttori agricoli aventi titolo, nei fondi di loro pertinenza, che abbiano subito o subiscano danni evidenti da parte degli ungulati”. Secondo quanto riportato dalla stampa “l’abbattimento dei cinghiali potrà essere eseguito sul territorio comunale nella zona 2 del Parco nazionale del Pollino, da parte dei conduttori o da persone da loro espressamente incaricate, in possesso del porto d’armi lunghe da fuoco, in regola con la normativa sulle tasse di concessione e di assicurazione e nel rispetto delle distanze di sicurezza dal centro abitato».
Che il problema dei danni all’agricoltura derivanti dai cinghial sia attualissimo nell’area in questione è notorio, tanto da portare l’Ente Parco del Pollino all’ideazione di un piano di abbattimento con personale qualificato, peraltro contestato da note associazioni animaliste ed ambientaliste come LAV, ENPA, WWF, etc. per via della mancata attuazione di strategie più sostenibili in un’area protetta quale ad esempio la cattura, la sterilizzazione delle femmine di cinghiale o la diffusione a titolo gratuito tra gli agricoltori dei prodotti, piuttosto economici, di difesa naturale dai danni di cinghiale (come quelli biologici commercializzati da HAGOPUR in Germania, Austria ed anche in Italia1,2), argomento sul quale il Ministero dell’Ambiente e la Commissione Europea per l’Ambiente sono fortemente invitati a richiedere informazioni dettagliate. Quello che però risulta davvero strano è come con un’ordinanza un sindaco di un comune del Parco possa autorizzare l’introduzione di armi da fuoco in un area protetta dal punto di vista faunistico per la sua enorme valenza ambientale non solo a livello nazionale ma anche comunitario.
Si richiede, pertanto, agli uffici di competenza una pronta verifica di quanto riportato a mezzo di stampa, e qualora ciò dovesse corrispondere a verità, si auspica un’attenta verifica dell’iter autorizzativo che avrebbe determinato tali iniziative, e soprattutto un pronto intervento a tutela del Parco Nazionale del Pollino, della biodiversità ivi protetta, ovviamente anche al fine di evitare all’Italia pesanti sanzioni economiche per le infrazioni alle normative comunitarie eventualmente riscontrabili a seguito di quanto esposto.
OLA Organizzazione Lucana Ambientalista - 18/09/08
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