ROMA - Primo messaggio di Napolitano al Paese: nuovi stile e location. Il primo messaggio radio-televisivo del nuovo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è dedicato alla commemorazione della festa della Repubblica, a sessant'anni esatti da quel 2 giugno 1946 che ne vide la nascita.
Non lo studio, con gli arazzi e gli stucchi cui ci avevano abituato i predecessori di Napolitano, ma il balcone che si affaccia sul verde dei giardini del Quirinale. Non seduto, in poltrona o alla scrivania dello studio, ma in piedi, 'faccia a faccia' con la telecamera, nessun foglio in mano.
Il Capo dello Stato ha registrato per le televisioni il messaggio al Paese innovando anche lo stile della comunicazione: Napolitano, in piedi sul balcone (che è quello antistante al suo studio) e inquadrato a mezzo busto, guarda dritto la telecamera, pronuncia il discorso,
un paio di cartelle, senza mai abbassare lo sguardo.
Ecco il testo completo
"Com'è da tempo tradizione, desidero rivolgere a voi tutti, italiane e italiani, il più cordiale augurio in occasione della Festa del 2 giugno. La nostra Repubblica compie oggi sessant'anni. Personalmente, vissi a Napoli quel lontano 2 giugno del 1946, e lo ricordo con rispetto anche per quanti espressero nel referendum il loro attaccamento all'istituto monarchico. Ebbe allora inizio un periodo nuovo nella vita dello Stato nazionale unitario, che era nato meno di un secolo prima e che seppe quindi aprirsi al ruolo delle autonomie regionali e locali.
Alla scelta della Repubblica si accompagnò l'elezione, per la prima volta col voto delle donne, dell'Assemblea Costituente, e infine seguì l'approvazione, a larghissima maggioranza, della Carta costituzionale, autentica Tavola dei valori e dei principi in cui riconoscersi, dei diritti e dei doveri da rispettare.
Il cammino percorso a partire da quel giorno è stato lungo e travagliato, ma fecondo. L'opera di ricostruzione materiale e morale del paese sconvolto dalla guerra fu dura ma ricca di frutti. Le tensioni e le prove che insorsero poi sul piano sociale e sul piano politico vennero superate nel quadro delle istituzioni repubblicane. E' bene che le nuove generazioni conoscano questa storia. Perché se ne può trarre motivo di consapevolezza e di fiducia.
Anche per affrontare con prospettive di successo i problemi dell'oggi e del domani è importante valorizzare quell'esperienza che in sessant'anni ha dato all'Italia una più forte personalità internazionale, facendone una protagonista dell'Europa unita, e agli italiani una più chiara e matura identità nazionale. Celebrare dunque ricorrenze come il 2 giugno, festeggiare insieme il compleanno della Repubblica, onorare i simboli della Nazione, esprimere un sentimento di più intensa appartenenza e comunanza patriottica, non significa fare vuota retorica, ma rafforzare le basi e le motivazioni del nostro agire individuale e collettivo.
Un particolare omaggio rivolgiamo alle nostre Forze Armate, il cui ruolo è segnato nella Costituzione come presidio e garanzia di pace. Siamo vicini a tutte le missioni fuori d'Italia in cui esse sono impegnate.
Onoriamo la memoria di tutti i caduti. E guardiamo al futuro. Spetta alle istituzioni della Repubblica mettere a frutto le energie e i talenti dei giovani, uomini e donne, per raccogliere le sfide e superare le incertezze e le difficoltà che preoccupano i cittadini. Nulla è più necessario, ora, che un clima di operosità e di responsabile collaborazione, nel libero confronto delle idee e delle posizioni politiche. Corrispondere a questa necessità sarà l'impegno della mia Presidenza".
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