SCALEA - L’assessorato all’Urbanistica, guidato da Angelo Cantisani, ha catalogato tutte le piante della città. E’ stato un lavoro meticoloso che resterà certamente nel tempo e che fornisce una visione completa delle piante della città, delle aree e degli spazi verdi. L’ufficio tecnico del Comune di Scalea, coordinato dall’assessorato all’Urbanistica, ha monitorato pianta per pianta l’intera cittadina con l’intento di sostituire le piante malate, e di migliorare gli spazi verdi.
«E’ un lavoro che ha un tempo dilatato – ha detto l’assessore Angelo Cantisani -. Possiamo confermare che già buona parte del progetto ha trovato la copertura economica necessaria. Ma c’è di più, abbiamo deciso di destinare a tale iniziativa i fondi provenienti dalla Bucalossi versata da chi costruisce. In pratica il denaro viene subito reinvestito per migliorare gli spazi verdi della nostra cittadina e per sostituire le piante malate. L’idea è anche quella di cambiare, in alcuni casi, laddove l’esperto ne ravviserà l’utilità, la tipologia di piante inserendo specie autoctone, pensiamo, per esempio, all’arancio, al mandarino, al limone».
Il lavoro, che è passato in giunta all’unanimità, ha ottenuto il favore dell’intera maggioranza.
«Siamo certi – ha detto il sindaco Mario Russo – che nel giro di qualche anno riusciremo a migliorare tutti gli spazi verdi della nostra cittadina turistica».
L’agronomo Andrea Riccetti, dipendente del Comune, coordinato dal responsabile del servizio salvaguardia ambientale, Pierpaolo Barbarello, ha effettuato un vero e proprio studio per un piano di recupero, con tanto di materiale fotografico e di catalogazione delle piante e delle aiuole. Censimento e monitoraggio, quindi, di tutte le specie con la catalogazione delle patologie e dello stato delle piante con eventuali trattamenti antiparassitari e, se necessario, abbattimento con successiva sostituzione. Il lavoro ha puntato anche ad accertare la presenza di danneggiamenti degli apparati radicali. Ci sono punti dove gli alberi potrebbero provocare danni alle reti idrica, fognaria, telefonica e del gas, o dove provocano il rialzamento dei marciapiedi o della sede stradale. Le aree sono state suddivise in due zone.
Sono state censite 790 piante, 10 specie di alberature, di cui 4 autoctone. Vi sono specie, come il Platano di via Campanella, dove è stato riscontrato un marciume del fusto che ha ridotto al 40% la stabilità della pianta. Il Pino marittimo è, in molti casi, portatore di parassiti, ed in molti casi è stata riscontrata una massiccia nidificazione della “processionaria”.
Alcune piante dovranno essere abbattute e sostituite anche per questioni di sicurezza.
«Un lavoro – ha detto in conclusione Angelo Cantisani – che ha certamente l’obiettivo puntato verso il futuro. L’idea del recupero delle aree e degli spazi verdi ben si sposa con una cittadina turistica che vuole essere moderna, attiva e in linea con le esigenze dei cittadini».
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