SCALEA - «Non rispondiamo alle provocazioni del sindaco Russo ma lo sfidiamo a convocare un consiglio comunale aperto per affrontare e discutere con la società scaleota sana, le gravi problematiche che è costretta a subire per le sue scelte scellerate». E’ questa la richiesta dei consiglieri del gruppo d’opposizione Uniti per Scalea, Sandro Bergamo, Maurizio Ciancio e Domenico Introini, al sindaco Mario Russo.
E ciò a seguito del commento “è stato un flop per la scarsa partecipazione”, espresso dal primo cittadino alla manifestazione del 1° novembre organizzata dal gruppo di minoranza. Il sindaco Russo, che ha tenuto la sua conferenza stampa in Comune «non ha avuto il coraggio civico di affrontare il pubblico, come abbiamo fatto noi di Uniti per Scalea - incalza l’opposizione in una nota - Non fa onore alla sua carica istituzionale di primo cittadino offendere le oltre cento persone presenti: gente libera e rappresentativa del resto della società che si nasconde per paura e per le intimidazioni che da più parte provengono.
Ma il gioco sporco non gli è riuscito, né a lui né a altre losche figure. Un sindaco, ma soprattutto, un uomo investito dalla importante carica istituzionale, dovrebbe rispettare il suo popolo, ascoltare il suo disagio e avvertire i pericoli che in questi giorni stanno segnando la società scaleota». Per quanto riguarda il problema dell’ordine pubblico «il nostro sindaco se non è capace o, se non può promuovere le iniziative più idonee per garantire la protezione ai suoi concittadini dalla delinquenza, dovrebbe spendere almeno una parola per la gravità dei fatti. Ma se non può, quanto meno, dovrebbe avere il buon gusto di tacere. Noi siamo vicini al giovane Marco De Cesare per la grave offesa ricevuta: l'ignobile atto intimidatorio che ha subito ha colpito tutta Scalea».
E il gruppo d’opposizione gli offre «tutta l'attenzione possibile. Presto la gente libera potrà finalmente esprimersi per rinnovare la classe dirigente che ha miseramente fallito e che ha emarginato il nostro paese rispetto al comprensorio. Scalea, purtroppo - concludono Bergamo, Introini e Ciancio - è relegata in un contesto storico pericoloso e difficile perchè si è lasciata sbiadire la linea di demarcazione tra i principi del buon vivere, la legalità, il rispetto reciproco, e la tenaglia camorristica».
Fonte: Calabriaora (M. F. Squillaro) - 6 novembre 2008
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