Il comitato Civico di Papasidero, per la difesa e salvaguardia del Santuario di santa Maria di Costantinopoli replica all'ampio documento con il quale le progettiste dell'intervento di restauro avevano illustrato la loro condotta nella progettazione ed esecuzione dei lavori di loro competenza. Com'era ampiamente prevedibile le posizioni sono diametralmente opposte. Dal canto nostro, non facciamo altro che riportare anche questo parere sempre in una logica di informazione il più possibile completa e imparziale. Ecco il testo del comunicato del Comitato civico.
PAPASIDERO - Il Comitato Civico CCSSMC di Papasidero fa osservare che il problema del santuario di S.Maria di Costantinopoli a Papasidero è oggettivo, come la brutalità con cui è stata cementificata la rupe sovrastante il tempio. Nessuno ha mai gettato infamia sulle progettiste che hanno seguito i lavori di Papasidero nè tantomeno sul sindaco di Papasidero, dato che è la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Cosenza a dover rispondere dello scempio autorizzato senza delegare altri a farlo per lei, però la verità non poteva essere omessa e la verità è che un campanile antico adesso è stato reso nuovo ed uniformato col rosa e bianco al di sotto di una roccia grondante di cemento in pieno Parco Nazionale del Pollino a dispetto di ogni vincolo paesaggistico e tutto a spese dei cittadini.
Non è giusto cancellare la memoria storica del monumento uniformando col rosa e bianco il campanile senza rispettare l'ocra e bianco del tratto basale che tutti ricordano e che è ben documentato da più autorevoli fonti e documenti provenienti dalla Diocesi di S. Marco Argentano, dall'Ente Parco Nazionale del Pollino, da libri etc. Non serve sottolineare meraviglie compiute all'interno dell'antico tempio sul fiume Lao o nelle sue cripte quando il paesaggio langue sotto il cemento e le colorazioni inopportune. Quello che più interessa al visitatore del Santuario di Papasidero è il colpo d'occhio che dava il monumento grazie alla cornice vegetale ora sostituita dal cemento e dai ganci metallici sulla
roccia, cosa di cui nessuno ha mai risposto nulla, e sotto il quale sono stati compiuti i restauri!
Si sottolinea come il campanile sia stato colorato in
maniera inopportuna senza tenere conto delle cromie originali con particolare riguardo al tratto basale della torre campanaria ora ingiustificatamente uniformata col rosa e bianco. Infine meraviglia non poco l'ostinata volontà di compiere altri interventi secondari impiegando denaro pubblico senza tentare di risolvere il problema della tremenda offesa al paesaggio inferta dagli esperti che sono intervenuti sulla roccia e da quelli che hanno colorato rendendola nuova la torre campanaria del santuario, perla sulle sponde del Lao.
Non sono parole: recatevi a Papasidero ed osservate di persona!
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