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Rienti: "Amministrazione comunale immobile e senza legittimità. Si torni presto al voto"

L'INTERVISTA. Simone Rienti racconta il Consiglio comunale del 18 aprile 2012

ORSOMARSO - Il 18 aprile scorso si è tenuto a Orsomarso un attesissimo Consiglio comunale che ha affrontato punti piuttosto spinosi e che, nonostante si sia protratto per diverse ore e fino a tarda serata, ha registrato la partecipazione di un numeroso pubblico. All'assise ha preso parte anche il nuovo consigliere Antonio Papa della lista "Orsomarso libera", subentrato a sostituzione del consigliere Luca Cirelli e che si è costituito in gruppo autonomo. Tra le questioni discusse, molto interessante e delicata per le sue implicazioni politiche, vi è stata sicuramente quella che recava la contestazione di incompatibilità per alcuni consiglieri comunali. Ne parliamo con il consigliere di opposizione che ha sollecitato il caso, Simone Rienti, come risaputo già assessore dimissionatosi della giunta guidata dal sindaco Paola Candia nella sua prima fase di mandato.

- Consigliere Rienti, nell'ordine del giorno fissato dal sindaco si legge che la questione dell'incompatibilità è stata inserita su richiesta dell'opposizione.
«E già questo la dice lunga su come il sindaco Candia e la sua maggioranza abbia affrontato il fatto. Non si trattava di una richiesta politica ma di un atto che il sindaco, anche nella sua veste di presidente del Consiglio comunale era tenuto a constatare, invece di adoperarsi per impedire lo svolgersi delle procedure previste dalla legge».

- Ci spieghi meglio com'è andata.
«Tempo fa ho interrogato l'Ufficio Tributi del Comune chiedendo se ci fossero casi di debiti verso l'Ente a carico di consiglieri comunali. Nella risposta ricevuta dall'Ufficio e sottoscritta dal sindaco e dal segretario comunale si attestava che il consigliere Antonio Pappaterra aveva un debito liquido e esigibile nei confronti del Comune di quasi cinquemila euro. La legge definisce espressamente questa situazione come caso di incompatibilità della persona soggetto del debito, con la sua carica di consigliere comunale, in quanto viene a determinarsi un ovvio conflitto di interessi tra l'Ente pubblico e la persona privata. La legge dice anche che un consigliere su cui grava lo stato di incompatibilità debba cessare la sua funzione entro dieci giorni e per questo dispone la notifica all'interessato e la conseguente contestazione formale da parte del Consiglio».

- Che è quello che alla fine è stato fatto.
«Solo perché costretti. Infatti il sindaco, informato della condizione di incompatibilità del consigliere, ha fatto passare settimane e settimane senza prendere provvedimenti e, addirittura, alla riunione dei capigruppo in preparazione del Consiglio comunale, alla quale era presente lo stesso consigliere moroso, ravvisata della violazione di legge che stava compiendo, si è espressamente rifiutata di fissare la questione all'ordine del giorno. A causa di questa arrogante e illegale ostruzione è stata immediatamente denunciata al Prefetto e all'autorità giudiziaria. Quindi, dopo un ennesimo rinvio, finalmente, la questione è stata portata in Consiglio».

- E come è andata a finire?
«Il consigliere Pappaterra ha esibito la fotocopia del bollettino del versamento del suo debito, pagato proprio alla vigilia del consiglio. Quindi, forse corroborato dalla sensazione di essere tornato nel mondo degli onesti avendo fatto in ritardo quello che gli altri cittadini perbene fanno nei tempi prescritti, non ha trovato di meglio che scagliarsi verbalmente contro di me, insieme ad altri consiglieri e assessori della maggioranza del sindaco Candia, accusandomi di aver fatto emergere la questione solo per motivi personali. E poi con strampalate denigrazioni, tipo quella di essere privilegiato ad essere stato eletto col sindaco Candia, alla quale, secondo Pappaterra, dovrei offrire il caffè tutte le mattine! A parte il servilismo cortigiano che traspare da questo modo di pensare, a Pappaterra sfugge che il sottoscritto è stato il primo eletto e che singolarmente ha ottenuto quasi due terzi dei voti di tutta la sua lista di falsa opposizione messa assieme!»

- Quindi, debito saldato e maggioranza ancora in sella. Caso chiuso?
«Niente affatto. Per almeno due ragioni, una legale e una politica. Come dicevo, quando hanno cercato di impedire il Consiglio comunale sono state sporte delle denunce. E ironia della sorte proprio la settimana scorsa è apparso alle cronache l'inchiesta di Tropea, nella quale sette consiglieri comunali, non avendo pagato le tasse, sono accusati dalla Procura della Repubblica di Vibo per avere dichiarato il falso al momento dell'insediamento in Consiglio. Ma di questo se ne occuperà l'autorità competente».

- E allora parliamo della ragione politica.
«La cosa che reputo gravissima dal punto di vista politico e morale è il tentativo omissivo che il sindaco e la sua maggioranza comunale hanno tentato di portare avanti. Come possiamo avere fiducia di quel che fanno nel loro esercizio amministrativo se, quando vengono ravvisati casi di illegalità, si producono in coperture e violazioni delle norme di diritto? E ancora, comportandosi in questo modo, con quale legittimità presenteranno ai cittadini i prossimi salatissimi tributi da versare, soprattutto in questo drammatico momento di crisi economica che attanaglia le famiglie?».

- Una crisi di legittimità nel loro esercizio dunque.
«Esattamente. Che però fa il paio e aggrava la gigantesca crisi di legittimità democratica della loro condizione. Sono andato via dall'Amministrazione Candia perché era ormai chiaro che in quella squadra mancavano i presupposti essenziali di impegno collettivo e di coraggio. Con me il sindaco ha perso i primi tre eletti della sua lista, rappresentanti di quasi il 40% dei voti che gli hanno permesso di vincere. E' un caso politico rilevante.
E si è proceduto con un continuo peggioramento. L'Amministrazione comunale è immobile e incapace di produrre alcunché di positivo: c'è profonda inadeguatezza tanto che alle porte della nuova stagione estiva non c'è traccia di programmazione ne di possibilità di sviluppo. C'è solo un estremo e ottuso attaccamento alla poltrona da parte del sindaco e degli assessori, ormai logorati, screditati e completamente isolati: nella Comunità montana, dove il consigliere delegato Pappaterra si produce in volgari e indegne sceneggiate; nello stesso circolo del Partito democratico, in cui militano sindaco, vicesindaco e un consigliere comunale, che per mezzo del suo coordinatore prende pubblicamente le distanze (e ci sarebbe tutto da dire) da una conduzione fallimentare; dalla popolazione di Orsomarso che ormai è stanca e offesa».

- Come sarà il resto della consiliatura?
«Penso che per il sindaco Candia e per la sua maggioranza si prospettano tempi duri, di seria opposizione politica e di severo controllo sulla loro attività amministrativa. Gli spunti critici certamente non mancano e li esporremo a dovere, senza fare sconti a nessuno. Ma ci sarà anche impegno propositivo: stiamo lavorando a nuove iniziative nel solco della trasparenza e della partecipazione popolare. Abbiamo seria intenzione di tornare presto a votare. Speriamo di riuscirci con l'aiuto di molti».

A CURA DELLA REDAZIONE

28/04/2012
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5 commenti.

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