SCALEA - Dopo i genitori, sul piede di guerra sono scesi adesso gli stessi alunni delle classi ordinarie del Liceo scientifico di Scalea: le ore di inglese vanno assolutamente ripristinate, perché altrimenti vorrebbe dire ledere il diritto allo studio. Gli studenti del triennio indirizzo ordinario hanno inviato una lettera al coordinatore dell'USP di Cosenza, al direttore generale USR di Catanzaro, al ministero della Pubblica istruzione di Roma, al Dirigente scolastico del liceo scientifico di Scalea.
"Noi ragazzi del triennio di questa istituzione scolastica - si legge nella lettera - nel momento in cui abbiamo scelto, alla fine della scuola dell'obbligo, il corso di studio da intraprendere, consultando il piano dell'offerta formativa della scuola abbiamo preferito iscriverci al corso ordinario (A o D) per usufruire del bilinguismo, francese e inglese. Fino all'anno scolastico 2008-2009 abbiamo studiato regolarmente le due lingue, a settembre di quest'anno con la ripresa delle lezioni non abbiamo trovato nell'orario scolastico le ore di inglese, soppresse dall'Ufficio scolastico provinciale, senza essere informati sulla ragione di tale decisione". Gli studenti ritengono "anticostituzionale questa scelta, in quanto viola il loro diritto allo studio e al completamento del percorso curriculare iniziato nel primo anno, che dovrà concludersi con la certificazione dello studio delle due lingue europee".
Una decisione che appare per il momento immotivata. Una strategia di razionalizzazione che tale non è e che, come le altre dello stesso tenore, finisce per penalizzare ancora una volta studenti e docenti insieme, perché si vanno a ledere due diritti importanti, quello allo studio e quello al lavoro. Gli studenti appaiono molto determinati nella loro azione, hanno avviato immediatamente una raccolta di firme e presenteranno uno specifico ordine del giorno che discuteranno nella prossima Assemblea d'istituto già convocata per mercoledì 21 ottobre. Un'iniziativa che raccoglie il pieno sostegno dei genitori, i quali sono particolarmente irritati e si considerano beffati anche per aver inutilmente acquistato libri di testo per il nuovo anno scolastico.
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