LA LOCANDINA - Carissimi, vi mando la locandina con i consueti saluti e con il testo dell'omelia tenuta dal Papa a Bari Domenica scorsa. Ci sono tutti i grandi temi, a partire da una chiara spiegazione del motto "senza la domenica non possiamo vivere", per finire con l'eucaristia come inizio di un mondo più giusto e fraterno, di un mondo di pace. La strada dietro i personaggi stilizzati della locandina la riconoscete? Sì, una delle stradine delle Sarre, i cui bordi sono adesso colmi di fiori gialli e di incantevoli papaveri rossi! Un abbraccio,
DG
Il Vangelo non finisce mai di sorprenderci. L'uomo in genere pensa sempre che di fronte a Dio, avvertito come Potenza e Potere, la cosa migliore sia ingraziarselo attraverso doni sempre più grandi... fino al dono della vita stessa dei suoi adoratori. Quando ciò non succede più (ed è davvero il caso di dire grazie a Dio!) l'uomo religioso pensa però di dover offrire qualcosa di sostitutivo, come gli animali o, in casi più raffinati, il dono di una vita sacrificale, per una discutibile rinuncia a quanto Dio ci ha dato per la nostra realizzazione e il nostro compito creaturale nel mondo: la libertà, l'intelligenza, le nostre doti. Ciò che è peggio è che l'uomo fanaticamente religioso, che in genere collega l'idea della onnipotenza di Dio all'onnipotenza del tempio e delle sue istituzioni (sacerdozio incluso), fino alla propria onnipotenza, pensa di rendere onore a Dio, allontanando dal culto coloro che ne ritiene indegni. Gesù sconvolge una simile rappresentazione umana di Dio. Ce lo presenta come colui che vuole non la morte, ma la vita degli uomini, ripensati come figli ed amici. Quanto ai peccatori, li tratta in maniera sorprendente: li ama e li chiama, li difende e li introduce alla familiarità con lui. Matteo è uno di questi. Da pubblico peccatore diventa prima collaboratore e poi messaggero di quel vangelo di amore che Gesù predicava e praticava.
10^ Domenica dell'anno (a) 2005
"Amore voglio e non sacrifici!"
Un principio ben chiaro,
ma non sempre ben visto
da chi dagli altrui sacrifici
trae guadagno.
Un Dio non fatto a misura del tempio
e nemmeno del culto, ma un Dio che misura
piuttosto ogni nostro religioso castello
e richiama all'essenza:
un impercettibile soffio,
un invito ad alzarsi e a seguirlo,
perché né il denaro, né il resto
valgono quanto la festa
che il suo passaggio riaccende.
(GM/05/06/02)
Vangelo di Matteo (9,9-13) - Andando via di là Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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