G. B. Colimodio,
Natività. Orsomarso XVII sec.
LA LOCANDINA - La notte di Natale si è riempita di luci e di voci. Il buio ha ceduto al chiarore di una nuova aurora, arrivata questa volta, prima ancora che spuntasse l’alba solare e il silenzio ha generato la parola tanto desiderata quanto abusata: pace! Pace sulla terra che dà gloria a Dio Padre nell’alto dei cieli, come nella profondità di questo nostro mondo, divenuto dimora di quel suo Figlio, figlio anche di un’umana creatura. L’uomo e Dio non solo si incontrano, ma nella persona di Gesù diventano la stessa persona, una persona che inizia a vivere, a piangere e sorridere, come ciascuno di noi. L’onnipotente si fa fragile per condividere la nostra fragilità e così ci eleva al di sopra di essa.
NATALE 2004
Natale più che una congerie di doni
è saper donare e soprattutto sapersi donare,
come quel bimbo indifeso
aiutato da una madre a donarsi
lei che tutto ha donato:
il suo presente e un ignoto futuro.
Anche il nostro futuro
sembra allargarci le braccia
e ci chiede un cuore
che rinasca ogni giorno
ancora fresco di fiducia
che sa sempre guardare più in alto
sì da scorgere il cielo,
quel cielo che in questa notte
stupenda ha baciato la terra.
(GM/125/12/04)
Paolo Apostolo a Tito
«Carissimo, è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone».
Vangelo di Luca (2,1-14)
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perchè non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro:”Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Queto per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”».
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