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Il Sole ha le macchie

Il Sole, si sa, è indispensabile alla vita. Esso ci fornisce luce, calore e energia necessaria a innescare e mantenere in attività i cicli biologici. Che il Sole fosse una risorsa essenziale per noi, in realtà, lo si sa gia dagli albori della civiltà tanto che fu uno dei primi fenomeni studiati. Da esso infatti dipendeva strettamente la possibilità di abitare in certe zone del pianeta, dipendeva la vegetazione, l’agricoltura e molte altre attività umane.

Il Sole ogni giorno sorge, attraversa il cielo da oriente a occidente, e poi tramonta. Durante l’anno però presenta un’altra variazione importante: in certi periodi, giorno dopo giorno, è sempre più basso all’orizzonte. Questo avvenimento provocava forti preoccupazioni negli animi degli osservatori delle prime civiltà i quali avrebbero potuto pensare che la discesa verso l’orizzonte sarebbe stata definitiva e che avrebbe portato la Terra in una condizione di buio e di freddo perenne. Per fortuna arrivava sempre il giorno in cui la discesa del Sole si arrestava e incominciava la risalita che destava fiducia e ottimismo per l’avvenire. Ciclicamente poi la risalita si fermava per dar via ad una nuova discesa. La rinascita del Sole, ovvero l’inizio della risalita sull’orizzonte, veniva celebrata come una concessione divina e i romani dedicarono questa data, che corrispondeva al 25 dicembre del nostro calendario, al "giorno del Sole".

Oggi sappiamo che il punto più basso del Sole rispetto all’orizzonte (o equivalentemente nell’eclittica) che indichiamo come Solstizio di inverno e che ricade il 21 dicembre, così come il punto più alto raggiunto nell’eclittica, che indichiamo come Solstizio d’estate e che ricade il 21 giugno, sono dovuti all’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre che determina lo scorrere delle stagioni. Quindi non si tratta affatto di una concessione divina ma del risultato dell’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra, del suo moto di rivoluzione intorno al Sole e dell’osservanza meccanica dei corpi celesti alle leggi della natura. Nel IV secolo la civiltà cristiana tradusse il giorno del Sole nell’anniversario della nascita di Gesù, sebbene non vi sia alcun riferimento nei vangeli, e così come il giorno della nascita del Sole, anche altre corrispondenze di fenomeni naturali furono interpretati in una dimensione spirituale e connessi ad altri miti.

A parte il movimento sull’eclittica, il Sole era da considerarsi un corpo perfetto: circolare, luminoso, affidabile e senza alcuna imperfezione tanto da essere una comoda rappresentazione della stessa divinità . Ma qualcosa stava per cambiare. Agli inizi del 1600 Galilei costruì un telescopio col quale inizio una più accurata osservazione del cielo e dalla quale si evidenziarono crateri sulla Luna, satelliti attorno a Giove e anelli attorno a Saturno. Galilei compì numerose osservazioni anche verso il Sole e ne rilevò macchie scure sulla sua superficie. Un chiaro segno di imperfezione dunque anche sul Sole che, come potete immaginare, non trovo accettazione da parte dei potenti della cristianità che anzi si opposero fervidamente. Galilei annotò la forma e la disposizione di queste macchie e i dati da lui raccolti trovarono assoluta corrispondenza con i dati di osservazioni compiute da altri astronomi. Le osservazioni continuarono sempre più numerose e agli inizi del XIX secolo i dati mostravano che il numero di maculazioni sulla superficie del Sole variava ciclicamente passando da un minimo ad un massimo nell’arco di circa 11 anni.

Quel che è chiaro è che il Sole è cosparso di macchie scure e che queste macchie variano. La questione ora è sapere di cosa sono fatte le macchie e soprattutto se queste possono avere un qualche effetto sul nostro pianeta e sulla vita.
Continua...

La seconda parte dell'articolo è in Tempeste solari

Stefano Sangiovanni
30/12/2004
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