BUONVICINO - Il 28 aprile scorso il Consiglio comunale di Buonvicino ha adottato all'unanimità un regolamento che prevede la concessione di agevolazioni alle attività produttive site nel territorio del comune alto tirrenico. "Si tratta di un notevole passo avanti - si legge in una nota dell'Amministrazione comunale guidata da Giuseppe Greco - per questo piccolo comune che, ancora una volta, ha dimostrato di voler incentivare la nascita e la localizzazione di nuove imprese all'interno dei propri confini".
Il civico consesso ha stabilito che le attività manifatturiere, alberghi e ristoranti, commercio all'ingrosso e al dettaglio insistenti in uno o più settori produttivi, potranno beneficiare di importanti agevolazioni quali l'esenzione per tre anni dalle aliquote inerenti la tassa sui rifiuti solidi urbani e l'acqua per le attività avviate all'interno del centro storico, e per 18 mesi per quelle che verranno localizzate nel resto del territorio comunale. Previsto, inoltre, lo sgravio dell'ICI per gli immobili su cui insistono le attività imprenditoriali. Agevolazioni riguarderanno anche le attività produttive già esistenti, con particolare riferimento a quelle che insistono nel centro storico di Buonvicino, che otterranno una riduzione del 50% delle aliquote sulla Tassa sui rifiuti solidi urbani e sul servizio idrico mentre per quelle dislocate all'esterno dell'area urbana lo sgravio previsto sarà del 30%.
Gli amministratori del piccolo borgo del Parco nazionale del Pollino sottolineano che si tratta di una iniziativa che mira a favorire l'avvio di nuove imprese, con particolare riferimento a quelle che investono in settori innovativi e dell'economia sociale, creando condizioni favorevoli affinché in questo territorio si promuova il rilancio economico ed occupazionale attraverso l'utilizzo di una migliore fiscalità locale.
"Questa delibera - ha aggiunto il primo cittadino Giuseppe Greco - segue quella di qualche mese fa con la quale il Consiglio comunale aveva voluto ribadire il proprio no al decreto legge sulla privatizzazione dell'acqua con il quale il Governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico collettivo ma una merce gestita dalle multinazionali internazionali che sono già proprietarie delle acque minerali".
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