di Franco Guerrera da Tortora
TORTORA - Domenica 21 ottobre 2012, ore 15,30, in Piazza Dante Alighieri a Tortora Centro Storico, la Compagnia Teatrale Tortorese, a grande richiesta replica dell'opera "NA VOTA MBALLATURRU", così la locandina dell'annuncio pubblicato nel territorio tortorese e non solo ma ben propagandato dai mass-media locali.
Il Gruppo Teatrale, caricato dal "mattatore" Domenico Cirimele, regista-sceneggiatore insieme allo storico tortorese Biagio Moliterni, giacché il "tempo ha permesso", ha messo in scena una delle migliori commedie, in dialetto tortorese, di cui vantano il duo autori, opera divertente, piena di sarcasmo, lirismo, sofismo e senza mancare, ovviamente, dell'ironia storica dei rioni tortoresi ma soprattutto quello di MBALLATURRU sempre ricordato come lo spazio "Agorà naturale"-
Allora molti tortoresi e tanta gente dei comuni viciniori, avendo trovato il tempo (fra l'altro era il pomeriggio della domenica) ed in considerazione delle condizioni metereologiche (il tempo è stato clemente, quindi, ha permesso) si sono detti: Teatro in dialetto? Si, Grazie. Perché no? Perché una sera, senza andare troppo lontano, non proviamo ad andare a vedere una rappresentazione in dialetto? La scelta del posto? Quale sito migliore se non quello di Piazza Dante Alighieri, storicamente ricordata - appunto - come "MBALLLATURRU" ai piedi della Torre di Palazzo Casapesenna.
Ecco allora che Domenico Cirimele, attore-regista, insieme al suo Gruppo Teatrale ha incassato gli applausi del numeroso pubblico accorso nell'Agorà naturale di "MBALLATURRU", per una volta diventata la piazza principale e centrale, dove nell'antica storia di Blanda si teneva il mercato e dove si tenevano le pubbliche adunanze. La "putia" di Mastu Micuzzo, calzolaio, barbiere tutto fare, agenzia matrimoniale, che con l'assistenza della consorte dello stesso e del fedele garzone Ciccuzzu, è stata la protagonista dello svolgimento dei fatti.
Mastu Micuzzu, interpretato da Domenico Cirimele, fa attenzione a non cadere nelle furberie dei nobili signorotti clienti ma anche di quelli meno abbienti che dimenticano spesso di pagare il lavoro dopo essere stati serviti e riveriti.
Particolare da evidenziare è stato che questo teatro dialettale non è appannaggio esclusivo di persone in età avanzata, anzi tutti giovani e/o meno giovani, ce lo hanno dimostrato la presenza degli attori della Compagnia Teatrale Tortorese.
Considerando, almeno di passaggio, le vicende del teatro dialettale del borgo tortorese, vanno ricordati però i tentativi di creare da sempre nel tempo compagnie teatrali perché Tortora (Blanda) ha sempre avuto tali vocazioni, oggi il merito ed il plausometro ne è testimone, va a tutta la Compagnia condotta dagli ottimi Cirimele-Moliterni.
Il tempo - dunque - ha permesso fatta eccezione per il cantante/cantastorie/chitarrista che volgendo ad una serenata di matrimonio, per la sua esibizione, si è preso una pioggia di pisciata che ricorderà come una Sacra Reliquia, colpa del cantante? Ha dimenticato l'ombrello ma non gli sarebbe servito perché suonava la chitarra.
Bene, quindi, domenica scorsa a Tortora, dimostrazione di evoluzione del teatro dialettale in paesi come l'Italia, che sempre di più dimentica le origini, è difficilmente ricostruibile a causa dell'enorme varietà linguistica del paese; nonostante questo, bene lo stesso, Tortora ci è riuscita.
Giusto chiosare così: la serata di domenica 21 ottobre è stata propedeutica per ricordare il centenario della nascita di Amedeo Fulco, figlio di Tortora, fondatore della prima Scuola Media Unica Statale di Tortora, per le sue doti di Uomo, di Educatore, di Politico, rimarcando quanto gli piacesse scrivere poesie e commenti in dialetto tortorese ma soprattutto parlarlo.
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