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Sei in /Rubriche/La Locandina/Locandina 2010/19^ Domenica d'Avvento 2010 (anno C)

«... Perché dov'è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore!»

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «... Perché dov'è il vostro tesoro, lì sarà anche il vostro cuore!». Queste parole, tratte dal Vangelo di oggi, ci indicano il motivo di tanti nostri dispiaceri, ma anche dei nostri momenti di «felicità». La frase di Gesù è facile da capire teoricamente, più difficile da seguire esistenzialmente: se il tuo tesoro è materiale ed effimero, se lo perdi, svanisce non solo il tuo tesoro, ma la tua infelicità diventa senza rimedio. Se, invece, il tuo tesoro è al sicuro dalle vicende altalenanti della vita, nessuna di esse potrà sottrartelo e nel tuo cuore abiterà la felicità. La premessa di questi esiti contrapposti sembra venire da due brevi parabole sul regno di Dio. Qui ci viene detto che ogni uomo va alla ricerca di qualcosa di inestimabile, come se si trattasse di un tesoro nascosto o di una perla, la più preziosa di tutte. Eppure, quando lo si trova, il cuore è così pieno di gioia che non si indugia a lasciare da parte ogni altra cosa, perché nulla regge di fronte al suo valore. Le domande che oggi affiorano possono essere allora così formulate. 1) Siamo ancora alla ricerca di qualcosa il cui valore superi ciò che abbiamo e che ci soddisfa e stordisce? 2) Che cosa costituisce il nostro tesoro, in parte già trovato e in parte da trovare? 3) Come fare per innalzare la posta in gioco del nostro cuore, perché non si perda ed affondi in soddisfazioni parziali, che finiscono con l'impedirci la ricerca della felicità vera? 

PREGHIERA
Ti prego, Signore, di farmi restare in attesa.
Sia vigile il cuore e sveglia la mente agli eventi,
perché solo attraverso di essi Tu mi cerchi e mi parli.
Vorrei restare come il mio amico, sempre pronto
a suonare la campana che richiama ai valori del Regno
ed essere come un'ardente lucerna,
anche nelle notti più buie, solitarie o stellate...
Sì, la lucerna che per lui hai acceso e per sempre
l'ultima sera di luglio
accanto all'ansa dell'Allaro, mormorante e sorpreso,
che pur irrigando tanta parte dell'arida
circostante campagna, riesce ad arrivare alla foce
e si perde nel mare.
Che la mia fede e la sua, che il coraggio di amarti
continuando a credere in questa terra,
ormai per sempre comune, non venga meno per strada.
Facci arrivare alla foce ancora con la gioia
di chi lavorando in tua assenza, ha saputo aspettarti.
Lo sai, siamo anche noi esseri umani, e anche se di tesori
in questo mondo, per tua grazia,
non ne abbiamo cercati giammai,
non negarci in nessun istante
il tesoro della gioia di chi fino all'ultimo
continua ancora a cercarti. Amen! (GM/08/08/10)

Vangelo di Luca (12,32-48) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

08/08/2010
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