Un anno vissuto ecologicamente: senza carta igienica e con i vermi allevati amorevolmente in casa perché mangino la spazzatura. Con pochi bagni in vasca per risparmiare acqua e molti maglioni per non abusare del riscaldamento. Pronti a rinunciare anche alle vacanze se questo significa usare l'aereo che troppo inquina.
Non è teoria, voglia di ascesi o masochismo, ma la realtà di chi in Inghilterra o negli Usa sta seriamente provando a vivere così, con un occhio di riguardo al pianeta e alle sue risorse. Avanguardie di uno stile di vita low profile ma ad alto livello etico-ecologico che si diffonde e di cui si cominciano a vedere anche da noi le prime avvisaglie. Se è vero, come racconta un'indagine di Altroconsumo, che l'80% degli italiani preferisce la doccia invece di immergersi nella vasca risparmiando così 70 litri a lavaggio; e che 1 su 2 chiude i rubinetti quando si sbarba o si insapona, e che il 90% spegne il riscaldamento di notte mentre 6 su 10 usano lampadine a basso consumo.
Primi passi rispetto a chi al di là della Manica e dell'oceano sceglie di vivere ecologicamente 24 ore su 24, dal cibo alla scelta delle lampadine, dall'uso dell'auto all'oblio dei detersivi industriali. Di chi mangia solo prodotti coltivati o allevati in modo organico, confezionati in materiali riciclabili - come il vetro - per creare meno spazzatura. Non solo: il pensiero "verde" passa anche per le pulizie domestiche. Tanto che i nuovi ecologisti si danno faticosamente da fare per pulire casa e bagni con aceto, limone e soprattutto olio di gomito invece di usare prodotti industriali che garantiscono nelle pubblicità "tutto e subito senza sforzo" - ma inquinano.
Etico-ecologisti in prima linea ma anche consumisti pentiti come la famiglia Conlin Beavan di New York che sul New York Times e in rete racconta la fatica di mettere in pratica da un anno il "no impact". La filosofia, la scelta di vivere provocando il minor impatto possibile sull'ambiente degradato da usi e abusi. E così sulla loro tavola vengono serviti cibi solo organici e cresciuti o allevati nel raggio di 250miglia da Manhattan, mentre si riduce la spazzatura acquistando prodotti in confezioni riciclabili. Senza contare che per diminuire il consumo di cellulosa e quindi il taglio di alberi, a casa Conlin è stata abolita per un anno la carta igienica. Con conseguenti imbarazzi degli ospiti al momento di varcare la stanza da bagno e l'aumento dei lavaggi di panni avendo rigorosamente cancellato dalla lista anche i pannolini usa e getta per la figlia.
Da New York all'Inghilterra, dove Leo Hickman, giornalista del Guardian ha convinto moglie e figlia in fasce a vivere Una vita ridotta all'osso, come si intitolerà il suo libro che a metà aprile uscirà anche in Italia per Ponte alle Grazie. Già un successo nei paesi angloassassoni per l'ironia con la quale racconta buona volontà e delusioni, stanchezze e tentativi di chi vorrebbe vivere "green" ma da anni è abituato a comodità e prelibatezze esotiche. Di chi improvvisamente decide di mangiare solo cibi bio, solo di stagione, solo prodotti in paesi dove non vi è dittatura o sfruttamento, prediligendo confezioni eque e solidali. Di chi per diminuire la produzione di spazzatura decide persino di allevare lombrichi a casa per far sparire i rifiuti (con ovvia riottosità della consorte alla vista dei vermi) ed è persino pronto a rinunciare alle vacanze oltre mare per non inquinare. Vite ecologiche che ben presto diventano etiche, decidendo anche di spostare i soldi in un banca, per l'appunto, etica.
L'Italia è ancora indietro rispetto a queste esperienze. Anche perché, per adesso, produciamo rifiuti a gogò - 533 chili a testa all'anno - consumiamo più acqua di tutti gli europei (200 litri al giorno a persona). E col riscaldamento abbiamo un rapporto ondivago: l'11% degli italiani anche quando ci sono 20 gradi in casa alza il termostato, e il 17% che non lo abbassa neanche quando è fuori. Senza contare lo spreco di energia elettrica se si pensa che il 24% non spegne mai apparecchi elettrici e tv facendoli restare in stand by: il 10% di bolletta in più. Ma le cose stanno migliorando. Così tra il 48 e il 55% chiude l'acqua quando si insapona o sbarba, l'80% sceglie la doccia risparmiando 70 litri di acqua alla volta, mette i doppi vetri alle finestre, usa le lampadine a bassa intensità e ricicla vetro e carta.
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