MONDO - Otto marzo, festa internazionale della donna. Un giorno simbolico, ma il significato originario si e' andato perdendo, a vantaggio spesso di trovate commerciali. Sono molte, comunque, le iniziative per la giornata: mostre, incontri, dibattiti, trasmissioni in tv, cene, fino alla classica distribuzione della mimosa. Ma e' anche l'occasione per fare il punto sulla salute della donna ed un'opportunita' per fare di piu' contro la violenza, la discriminazione e i soprusi che il genere femminile subisce ancora oggi, in forme diverse, ma in tutto il mondo.
come è cambiato l'universo donna in 30 anni.
ROMA - Se negli anni Settanta la speranza di vita alla nascita delle donne era di 74,9 anni e quella degli uomini di 69, nel 2005 è salita a 83,2 anni per le donne e 77,6 anni per gli uomini. E se a metà degli anni Settanta le donne si sposavano mediamente poco dopo i 24 anni e gli uomini poco dopo i 28, nel 2005 le donne si sposano in media a 29,5 anni e gli uomini a 32,2. Sono alcuni dei dati che mostrano le trasformazioni della società italiana dagli anni Settanta ad oggi e che sono stati elaborati dall'Istat che ha messo a punto alcune statistiche di genere.
E così se nel 1970 i figli nati fuori dal matrimonio erano circa il 2% del totale dei nati ed erano riconosciuti perlopiù solo dalla madre, nel 2004 i figli nati fuori dal matrimonio sono il 13,7% dei neonati e se nel 1970 l'età media al parto delle donne italiane era di 28,3 anni, nel 2004 è salita a 20,8 anni. Il censimento del 1971 poi rilevò che il 13% delle famiglie erano unipersonali e che il 12% avevano 5 componenti. Al censimento del 2001 le famiglie unipersonali sono salite al 25% del totale, quelle con 5 persone rappresentavano solo il 6%. E se trenta anni fa il numero medio di figli per donna era pari a 2,2, nel 2004 il tasso di fecondità è sceso a 1,3 figli per donna.
Nel 1970, poi, le ragazze che conseguivano il diploma di scuola media superiore erano il 43% dei licenziati in quest'ordine di scuola e le donne che si laureavano erano il 42% del totale. Nell'anno scolastico 2005-2006 le ragazze costituiscono il 51,1% di tutti i diplomati e le donne laureate nel 2005 hanno rappresentato il 57% dei laureati nello stesso anno. Aumenta anche il lavoro: nel 1970 il tasso di occupazione delle donne era inferiore al 20%; nel 2005 sono occupate il 45,3% delle donne di 15-64 anni, contro il 69,7% degli uomini.
Sempre nel 1970 il tasso di disoccupazione delle donne si attestava al 4% e quello degli uomini al 3%. Nel 2005 il tasso di disoccupazione femminile è pari al 10,1% quello degli uomini é del 6,2%. Nel 1972 le quote di parlamentari italiane elette nelle assemblee nazionali era dell'1,8% al Senato e del 3,8% alla Camera. Lo scorso anno la quota di parlamentari italiane elette nelle assemblee nazionali è salita al 14% degli eletti al Senato e al 17,1% alla Camera.
All'inizio del 2006 le donne residenti in Italia sono 30.019.535, pari al 51,4% della popolazione, il 4,4% delle quali con cittadinanza straniera. La popolazione femminile italiana presenta una struttura fortemente invecchiata se è vero che nel 2006 oltre il 22% delle donne hanno più di 65 anni e quasi il 7% più di 80. Le bambine tra 0 e 5 anni sono invece solo il 4,4% della popolazione. L'allungamento della vita, tuttavia, in Italia come in tutti i paesi occidentali, si accompagna spesso ad un crescente periodo vissuto in difficili condizioni di salute e non autosufficienza.
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