Nord e sud, uomini d'affari e studenti, pendolari dai percorsi brevi e viaggiatori di lunghe tratte, clienti della seconda classe e passeggeri dell'elegante prima. A leggere le migliaia di email che sono arrivate a Repubblica.it, il disagio ferroviario sembra non risparmiare nessuno. Chi vive nel Meridione e si deve spostare tutti i giorni per necessità patisce i problemi maggiori, ma non c'è tragitto o tipo di treno a essere risparmiato dal lungo rosario di lamentele arrivato al sito Repubblica.it. Ecco i risultati dell'inchiesta.
I problemi di sempre. La stragrande maggioranza dei lettori denuncia soprattutto i consueti disagi: treni regolarmente in ritardo, viaggi di pochi chilometri che diventano vere e proprie odissee, collegamenti utilissimi soppressi senza preavviso e consultazioni con gli utenti, vagoni affollati e sporchi fino all'inverosimile, coincidenze del tutto inaffidabili, mancanza di disponibilità e collaborazione da parte del personale ferroviario.
Alcuni casi particolari. A queste lamentele se ne aggiungono però anche molte altre che segnalano problemi forse minori e marginali, ma comunque meritevoli di essere citati. A questa categoria di email appartengono quelle che sollevano la questione dell'acquisto dei biglietti, della comunicazione con i clienti e dei rimborsi per i ritardi sugli Eurostar.
Prenotazione a caro prezzo. "Da viaggiatore abituale sulla tratta Napoli-Bologna di solito acquisto il biglietto online. Causa indisponibilità di un pc - racconta una anonimo lettore - ho avuto la pessima idea di contattare il call center per la prenotazione di un posto il 15 dicembre di questo anno. Sono stato per oltre 25 minuti al cellulare con l'operatrice senza concludere l'acquisto per ragioni inspiegabili nonostante avessi specificato persino il nome in sigla dell'Eurostar, spendendo la somma di 25 euro. Ho inoltrato reclamo a Trenitalia ma non ho ancora ottenuto risposta".
Un pessimo sito web. "Sono andato sul sito di Trenitalia - ci scrive Gilles de Saint Mareville - per prenotare un treno per Venezia S. Lucia il 2 gennaio 2006 con partenza da Roma Termini. Scelto l'orario che mi veniva proposto (ES 9464 delle ore 08:55) clicco sul carrello per andare alla cassa virtuale, compilo tutto quanto mi viene richiesto, inserisco i dati della mia carta di credito e faccio "invio". Mi appare allora un messaggio che mi chiede di aspettare, perché stanno elaborando i dati e subito dopo appare una nuova finestra che dice 'Siamo spiacenti, il treno scelto da lei è stato soppresso'. Inutile dire che trovo pessimo il loro sito web".
Se il bigliettaio è malato. "Arrivato alla stazione di Borgo Val di Taro alle 7.30 del mattino di una domenica - scrive Stefano Conti - trovo la biglietteria chiusa senza nessuna spiegazione...assenza completa di macchinetta automatica il fatto risale a 2 anni fa...insomma mi sono trovato nell'impossibilità di comprare il biglietto...prima di salire sul treno avvisai il controllore dell'inconveniente...questo mi rispose che mi avrebbe fatto il biglietto in treno ma con la sovrattassa di 8 euro. Alle mie proteste per la palese ingiustizia mi rispose che gli addetti alla biglietteria avevano l'influenza e che lui non poteva farci niente".
Penalizzato chi ha l'Iva. Ben tre problemi tutti legati al tema dei biglietti è quello segnalato da Leonardo Evangelista: "Ho la prenotazione, devo prendere un Eurostar ma è in ritardo, allora prendo l'Eurostar precedente, anch'esso in ritardo, ma è impossibile cambiare la prenotazione perché essendo in ritardo il termine per il cambio è già scaduto. Così ogni volta il controllore mi fa pagare 8 euro, a seguito di un disservizio che è delle ferrovie. Per cambiare la prenotazione o si fa la fila oppure si telefona al servizio Trenitalia, ma la telefonata è a pagamento. Quando l'Eurostar ha un ritardo superiore a 30 minuti (?) è possibile farsi rimborsare una parte del biglietto, ma per questo occorre inviare a Trenitalia il biglietto originale. Io ho partita Iva e devo conservare in contabilità tutti i biglietti originali, perciò per me (e per tutti quelli che hanno partita Iva) il rimborso è impossibile".
Bonus scaduto. Si lamenta di come le ferrovie gestiscono la questione dei rimborsi anche Nello Rispoli. "Mi è successo - scrive al sito - che a febbraio 2005 un Intercity da Torino arriva a Salerno con 4 ore di ritardo (...) Faccio la fila, ricevo una documentazione da spedire all'attenzione del Capostazione. L'indomani compilo i moduli, compro il francobollo e spedisco. Dopo 2 mesi arriva il rimborso di € 15,60 sotto forma di un assegno emesso da Trenitalia valido fino al 31 agosto. Inizio ottobre riprendo il treno. Alla biglietteria presento l'assegno e niente da fare, mi rispondono che è scaduto. Allora mi chiedo: non è mica merce commestibile, perché non mi ridate i soldi direttamente allora? Che senso ha un utilizzo di 6 mesi, se me li avete dati con 2 mesi di ritardo?".
Perché senza ricevuta? Ancora sul cattivo funzionamento dei rimborsi la mail di Andrea Pandolfi: "Dopo che sono stati inadempienti nel contratto di viaggio al viaggiatore viene riconosciuto un bonus e quindi non un rimborso di denaro. Bonus oltretutto da spendersi in un viaggio unico (e se io prendo il treno solo una volta l'anno?) e in un tempo determinato (...) Ovviamente non rilasciano ricevuta della presentazione della richiesta e visto che si allega anche l'originale del biglietto se mi dicono che non hanno ricevuto nulla sono gabbato un'altra volta...".
Call center a peso d'oro. Raffaele di Caserta se la prende con il call center. "Ai tanti problemi che stanno avendo le ferrovie non dimentichiamoci dei furti autorizzati dell call center. E' mai possibile chiamare questo numero che ha un costo di 54 centesimi al minuto più lo scatto iniziale di 30 centesimi? Appena accetti la chiamata cade "casualmente" la linea e dici bye bye a 84 centesimi".
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