Gli italiani non si fidano dei politici
CENSIS - Gli italiani non si fidano dei politici. Le maggiori aspettative riguardano sanità e previdenza.
Più che alla politica e ai suoi equilibri, gli italiani sono interessati alle riforme di sanità e previdenza. Questioni decisamente più pragmatiche, assilli per milioni di italiani anziani ma anche per tanti giovani che si preoccupano di quando anziani lo diventeranno.
Questa la fotografia che emerge da un'indagine del Censis sul rapporto fra i cittadini e politica. Una ricerca condotta su un campione di 2 mila elettori, intervistati all'uscita dei seggi lo scorso 9 aprile.
"Fiducia nelle elezioni" è dimostrata dal 65% degli intervistati, convinti che il proprio voto "può contribuire a determinare molto o abbastanza il futuro del Paese", e da chi ritiene (il 60,9%) che i risultati elettorali influiranno concretamente sulla propria vita. A parte questo, è scarso l’attaccamento alla politica dei nostri connazionali. Solo il 41,7% si fida dei politici (in crescita rispetto al 2001, quando era il 37%), mentre addirittura l'86% si dichiara non coinvolto nella politica (uno su quattro se ne interessa solo "in modo discontinuo").
La televisione (74%) batte i giornali (27,4%) come principale strumento di informazione politica e, sul piccolo schermo. Quanto alle soluzioni che gli italiani chiedono alla politica, emergono in primo luogo le questioni sanitarie e previdenziali. Il 37,6% degli italiani vuole interventi per la sanità, il 31,6% sulle pensioni. Entrambi i dati sono in crescita, rispettivamente, del 3,4% e del 5% sui valori del 2001. Cresce la voglia di cambiamento anche riguardo alla scuola (19,1%, +3,2%) e alle norme di tutela dei lavoratori (16,7%, +4,3%) contro il calo di interesse rilevato sulla giustizia (-5,2%), che comunque rimane un problema per un italiano su quattro.
Ma preoccupazioni per gli italiani arrivano anche dagli equilibri Stato-Regioni: il 46% (il 13% in più del 2001) ritiene che nella nuova distribuzione dei poteri tra le istituzioni occorra privilegiare il ruolo dello Stato per assicurare l'equilibrio tra le varie parti del Paese, contro il 31,9% (in calo di sette punti percentuali) che ritiene che vada rafforzato il ruolo delle Regioni poiché rappresentano gli interessi del territorio, e il 21,9% quello degli enti locali perché sono le istituzioni più vicine ai cittadini.
E' una sorta di sondaggio implicito sulla devolution, che sarà sottoposta il 25 giugno a referendum. Sembra insomma che localismo e federalismo siano un tantino in ribasso, e che una parte crescente degli italiani desideri un ruolo “riequilibratore” da parte dello Stato.
Tuoquotidiano.it
06/06/2006
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