ROMA - Una landa deserta, cosparsa di pietre e ricoperta da una sabbia rossastra. Trent'anni fa il mondo scoprì l'aspetto del Pianeta rosso. Il 20 luglio 1976, la sonda Viking 1 si poggiò su Marte, in corrispondenza del Chryse Planitia, e inviò sulla Terra le prime fotografie mai scattate dalla superficie marziana.
Per la Nasa si trattò di un successo enorme, ottenuto dopo anni di studio e qualche azzardo. "I responsabili del programma Viking non conoscevano bene l'atmosfera di Marte - spiega Gentry Lee, esperto dell'Agenzia spaziale americana che seguì in prima persona la missione - Non avevamo idea di come fossero il suolo o le rocce".Ciononostante, i risultati furono superiori ad ogni attesa. Progettata per un'attività di 90 giorni, la sonda raccolse immagini e dati sull'atmosfera ed eseguì test biologici in cerca di forme di vita per oltre sei anni. Insieme alla "sorella" Viking 2, giunta sul Pianeta rosso un anno più tardi, scattò oltre 4.500 fotografie.
Oltre ai lander, le sonde poggiatesi sulla superficie, le missioni potevano contare anche su due orbiter, simili a satelliti, che dallo spazio ricostruirono la mappa del 97% del pianeta.
Le informazioni inviate, talmente numerose da essere in parte ancora in fase di analisi, sono state fondamentali per la progettazione di tutte le missioni successive. Tra queste ci sono anche quelle dei "discendenti" delle sonde Viking, i rover Spirit e Opportunity giunti su Marte nel gennaio 2004.
Vai al sito ufficiale della missione Viking 1 [in lingua inglese]
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