SCALEA - “Senza troppi infingimenti o giri di parole migliaia di nuovi proprietari divenuti tali dal 2003 in poi non possono votare e, di contro quelli che durante lo stesso periodo si sono spogliati della proprietà decidono la sorte di un ente di cui non fanno più parte. Questa è la realtà dei fatti, altro che democrazia e traghettamento del consorzio verso una nuova fase. Su ciò la giunta regionale, che già è stata da me investita infischiandosene, si dovrà pronunziare all’indomani della proclamazione dei nuovi eletti”.
Si esprime così Agostino Fortunato, candidato
in pectore ma poi escluso al consorzio di bonifica in merito allo svolgimento delle prossime elezioni. Fortuna si chiede: “Cosa ne pensano le associazioni di categoria (Coldiretti Cia e Upa), oggi così sensibili ad ospitare nelle proprie liste chi, fino a due giorni prima della scadenza del termine per la loro presentazione trattava con le due parti in competizione?La risposta che si legge sui giornali a tutto questo è invece costituita da insulti anche sul piano personale, ma non accettiamo la provocazione e limitiamo la replica riportando esclusivamente i fatti. Si parla di democrazia e si sono rifiutati incontri colloqui e chiarimenti, da parte mia è stata fatta, in verità, senza sforzo alcuno, persino rinunzia alla presidenza ed ora proprio da quelli che conoscono solo l’arroganza del potere siamo tacciati addirittura di ipocrisia politica, quando di ipocrisia e di
ben altro per avere un posto al sole è ammantata tutta la politica nostrana e guai per chi,mantenendosi coerente e scuotendosi dal torpore, alza la testa in segno di ripresa”.
Fortunato parla di “sette anni di commissariamento abusivo voluto prima dagli uni e poi dagli altri in perfetta sintonia anche con le predette associazioni di categoria, finalmente tutti insieme si riscoprono oggi “Salvatori del consorzio e tutori degli agricoltori ed in genere del mondo rurale”, dimenticandosi
in un solo colpo, di come lo hanno ridotto e di dove lo stesso sia finito, tanto che, da qualcuno, già si fa richiesta di sopprimerlo e comunque di non finanziarlo. Le organizzazioni, anziché fare parate strumentali e di comodo ed affermazioni apodittiche, che hanno del politichese, spieghino invece agli agricoltori in pubbliche assemblee perché del loro comportamento, cosa hanno fatto perché venisse ristabilita l’amministrazione
ordinaria nei termini di legge e perché mai le elezioni si debbano ora svolgere con il ruolo del 2002, lasciando fuori tutti gli associati e, soprattutto, quali garanzie offrono per la ripresa in futuro dell’ante? Di fronte a tale e tanta chiarezza, se ci sarà, chiediamo scusa, ringraziamo e offriamo anche la nostra leale collaborazione, di cui certamente non avete bisogno avendola già rifiutata nel recente passato”.
Fonte: La Provincia cosentina - (Stefania Sangregorio) - 3 aprile 2008
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