SCALEA - Anche quest'anno il dipartimento di Arte del Liceo Metastasio di Scalea, nella persona del prof. Salvatore Pepe, ideatore del progetto Avamposto d'Arte, giornata dedicata al dialogo artistico e curatore della mostra allestita nell'Aula Magna dell' Istituto, ha voluto coinvolgere gli studenti in attività performative e pittoriche che mirano alla pratica del fare, del tutelare, alla crescita sociale mediante un rapporto interdisciplinare attraverso i linguaggi artistici nei luoghi del sapere e della conoscenza, primo fra tutti la scuola.
É nell'ottica dell'Arte vista come personificazione del dialogo, come luogo d'incontro, di pace e prosperità dei popoli, necessario ancor di più ai giorni nostri considerato il clima storico che stiamo vivendo, che gli alunni di varie classi e anche ex allievi del Liceo hanno realizzato la mostra dal titolo "Dante ... trasumanar significar per verba ... dall'umano al divino".
Attraverso numerosi disegni, pitture ed elaborazioni digitali ispirati a Dante e alle sue opere, il progetto Avamposto d'Arte rappresenta il contributo che questa disciplina, l'Arte appunto, offre alla formazione dell'individuo, educandolo al rispetto dei beni culturali, al gusto del bello, all'armonia fra i popoli.
La mostra è stata inaugurata Sabato 12 Marzo alle ore 10:00, e è stata accompagnata da una serie di performance recitative dedicate al Sommo Poeta da parte degli alunni del laboratorio teatrale Metateatro coordinato dalla prof. Giovanna Marsiglia.
Lo stretto connubio tra immagini e poesia ha permesso, infatti, di narrare meglio Dante, il suo viaggio, il suo ascendere dall'umano al divino.
L'arte insegna attraverso le immagini ciò che la poesia insegna a parole e la poesia di Dante racconta ciò che appare impossibile raccontare.
In particolare la terza cantica, il Paradiso, dal cui verso 70 del primo canto prende il titolo la mostra, nasce proprio dalla consapevolezza del poeta di non poter narrare con parole comuni la sua straordinaria esperienza.
É Dante stesso, però, che si serve d'immagini, della luce e dei colori per descrivere il mondo dello spirito. Perché trasumanare è superare il limite dell'immaginazione, i limiti che ci imponiamo nel grigiore della nostra quotidianità, nella mediocrità in cui a volte cadiamo quando giudichiamo, valutiamo, pensiamo.
Ma è con la parola che si dilata, che va al di là delle sue possibilità, che possiamo, tutti insieme, affrontare questo viaggio dall'umano al divino, perché il vero "trasumanar" per noi è questo: passare dalla vita di tutti i giorni, scandita forse da troppa indifferenza e da troppa banalità, alla scoperta di un mondo che possa ridare entusiasmo agli uomini, un mondo che ci insegni che l'uguaglianza, l'amore, il rispetto reciproco sono più forti di qualsiasi incertezza, di qualsiasi ingiustizia, di qualsiasi prepotenza.
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