Sale la tensione a seguito della decisione dell'ASP di Cosenza di non nominare il nuovo medico di base al posto del dott. Candia. Una scelta considerata grave ed inaccettabile in quanto penalizza ulteriormente un paese montano al quale viene tolto un presidio sanitario fondamentale che garantiva sicurezza e fiducia nella popolazione che, nonostante tutto, ha scelto di continuare ad abitarci.
ORSOMARSO - Alta tensione ad Orsomarso dopo la notizia trapelata già nella serata di mercoledì della decisione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di non procedere alla nomina del nuovo medico di base al posto del dott. Gino Candia collocato in pensione per raggiunti limiti di età. Molto irritate le reazioni di tutti gli abitanti ai quali non è stata fornita alcuna spiegazione da parte dell’autorità sanitaria sulle scelte adottate né tantomeno sul futuro del servizio di medicina di base che era tradizionalmente il fiore all’occhiello in questo remoto angolo del versante occidentale del Parco del Pollino. Si parla già di numerose iniziative spontanee di protesta con il coinvolgimento di singoli cittadini e delle associazioni presenti ad Orsomarso.
Particolarmente attivo è a tale proposito il Circolo del Partito Democratico che aveva in qualche modo anticipato i tempi scrivendo nei giorni scorsi una lettera al Direttore generale Franco Pietramala, nella quale si chiedeva di provvedere con ogni urgenza alla nomina del nuovo medico di base.
“La Comunità di Orsomarso – scrivevano i dirigenti del PD – vive da alcuni giorni una situazione di forte disagio a causa della riduzione del regolare servizio di assistenza sanitaria e di medicina di base espletato con grande professionalità e dedizione per circa 40 anni dal dott. Candia Gino. Sentiamo il dovere di farci interpreti della grande preoccupazione e dell’allarme venutosi a creare nella nostra comunità per il fatto che, nonostante fosse da tempo noto che il suddetto professionista avrebbe lasciato il servizio per naturale scadenza, l’Azienda Sanitaria Provinciale non abbia provveduto tempestivamente ad espletare le procedure per la nomina del nuovo titolare che potesse coprire immediatamente il posto rimasto vacante. Un’incertezza ed un senso diffuso di precarietà ingenerato anche dal fatto che l’Azienda Sanitaria Provinciale non ha provveduto neanche a diramare un comunicato nel quale si portava a conoscenza dei cittadini delle modalità provvisorie di svolgimento del servizio, ledendo in questo modo il legittimo diritto a ricevere un’adeguata informazione su questioni di vitale importanza”.
Di fronte ad una decisione che tutti considerano scorretta ed inaccettabile è scattata immediatamente la mobilitazione per far valere ragioni ritenute sacrosante: una popolazione di 1500 abitanti moltissimi dei quali anziani residenti in zone rurali disagiate, l’ospedale più vicino a 40 minuti di macchina, assenza di una postazione di guardia medica o di un servizio di ambulanza in loco per gestire le emergenze.
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