MONDO - Rapporto Fao. "Lo Stato dell'Insicurezza Alimentare nel Mondo": è aumentata la fame nel mondo. Il Direttore generale della Fao Jacques Diouf ha fatto oggi appello ai leader mondiali affinché rispettino l’impegno preso dieci anni fa, nell’ambito della firma della “Dichiarazione del Millennio”, di ridurre il numero delle persone che soffrono la fame, entro il 2015. “E lungi dal diminuire, questo numero è in realtà in aumento, alla media di quattro milioni l'anno”, ha continuato Diouf, presentando il rapporto annuale della FAO, “Lo Stato dell’Insicurezza Alimentare nel Mondo” (Sofi) 2006.
“E mi rincresce dire che oggi la situazione continua a rimanere intollerabile ed inaccettabile – e forse anche di più perché nel frattempo sono trascorsi dieci anni”. “La logica del business as usual non è sufficiente”. Fallire nel raggiungimento dell’obiettivo stabilito dal Vertice Mondiale sarebbe “vergognoso”, ha aggiunto Diouf. Secondo il rapporto sono 820 milioni le persone che sofforno la fame. Ma il risultato è ancora più allarmante se paragonato al totale di 800 milioni registrato nel 1996: ovvero un aumento di 23 milioni.
Negli ultimi dieci anni la proporzione delle persone che soffrono la fame nei paesi in via di sviluppo è scesa ma contemporaneamente è cresciuta la popolazione mondiale. Le proiezioni indicano anche che il numero totale delle persone sottonutrite nei paesi in via di sviluppo nel 2015 sarà di 582 milioni - 170 milioni in più rispetto all’obiettivo del Vertice Mondiale dell’Alimentazione che era di 412 milioni.
Più di metà sarà concentrato nel sud e sud-est asiatico. L’Africa sub-sahariana rimarrà la regione con la maggiore concentrazione con un numero di persone sottonutrite che, si prevede, si aggirerà per il 2015 intorno a 179 milioni, più del doppio rispetto all’obiettivo auspicato dal Vertice mondiale del 1996.
La tendenza generale ad una riduzione della fame maschera però grandi disparità da regione a regione, si legge nel rapporto. Per esempio nelle regioni Asia e Pacifico ed America Latina e Carabi si è assistito ad una riduzione generalizzata sia nel numero che nella percentuale delle persone sottonutrite. In Africa sub-sahariana all'inverso “il compito che la regione si trova di fronte è immane” secondo il rapporto, perché attualmente sono 206 milioni le persone senza cibo – circa 40 milioni in più rispetto al biennio 1990-92, data di riferimento del Vertice.
Ciononostante il Sofi fa notare che l’obiettivo del Vertice è ancora raggiungibile, ma soltanto se si interverrà concretamente ed in modo concertato. Questo significa un approccio a doppio binario che punti ad un’azione diretta contro la fame contemporaneamente ad interventi mirati allo sviluppo agricolo e rurale.
Il rapporto elenca una serie di altre misure necessarie per sconfiggere la fame negli anni a venire: indirizzare i programmi e gli investimenti verso le “zone più critiche” di povertà e sottonutrizione; rafforzare la produttività a livello di piccoli produttori; creare condizioni idonee per gli investimenti privati, e questo implica tra l’altro trasparenza e buon governo; far sì che il commercio mondiale funzioni anche per i poveri, con l’istituzione di meccanismi di protezione per i gruppi più vulnerabili; un immediato incremento del livello degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (Aps) per arrivare a raggiungere quello 0,7 per cento del PIL, come promesso.
“Dobbiamo intensificare, ed in modo rilevante, il nostro impegno per raggiungere la riduzione della fame proclamata dal Vertice dell’Alimentazione. Se vi è la volontà politica, possiamo riuscirci”, conclude il rapporto.
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