Parto, solo 10% italiane lo fa “indolore”
SALUTE - Parto, solo 10% italiane lo fa “indolore”
Parla Claudio Giorlandino, presidente della Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale: “Solo il 37% delle strutture assicura la completa disponibilità all’analgesia perdurale”. Partoriscono ancora con dolore la maggior parte delle mamme italiane.
Lo testimonia la 'fotografia' scattata, nella scorsa legislatura, dalla Commissione Maternità e Parto presso il ministero delle Pari Opportunità, con un'indagine capillare su un campione di 516 poli di natalità della Penisola.
Un lavoro in cui gli esperti sottolineavano l'importanza per le donne di poter partorire senza dolore, gratis e in tutta Italia, rimasto però finora lettera morta. ''L'analgesia peridurale - spiega Claudio Giorlandino, presidente del Gruppo di studio e della Società italiana di diagnosi prenatale e medicina materno-fetale - in alcune Regioni è richiesta quasi dal 50% delle partorienti, ma solo il 10% ne fruisce effettivamente''.
Il nuovo ministro della Salute sta iniziando un percorso tecnico per ''fotografare'' la situazione e individuare le strategie più idonee? ''Ma questo e' gia' stato fatto - replica l'esperto - con due anni di lavoro. Perche' allora ricominciare da capo?''. Il Gruppo di studio presieduto da Giorlandino ''ha raccolto migliaia di dati da tutta l'Italia e - prosegue lo specialista - ha tratto conclusioni specifiche e dirette a risolvere il problema. Resterebbe solo da organizzare il percorso nascita'', dice il ginecologo, mettendo a disposizione del ministro Livia Turco le conclusioni del lavoro. Gli specialisti hanno infatti visto che, su 516 poli natalita' 'censiti', sono presenti 233 servizi di analgesia ostetrica, con un record in Lombardia (30 su 57), seguita da Puglia (23 su 50) e Lazio (22 su 49).
Ma mentre i centri che hanno la possibilita' di eseguire l'epidurale sono il 43% dei punti nascita in Italia, la completa disponibilita' a praticarla viene garantita solo nel 37% dei casi. Inoltre l'80% dei Centri la esegue in regime di convenzione mentre il 30% anche o solo attraverso forme diverse di pagamento''. Inoltre il parto indolore sembra ''piu' facile da realizzare in un grosso centro che in realta' piu' piccole''. Non solo, dall'analisi degli esperti e' emerso che l'offerta 'maternità e parto' è diversa a livello geografico: al Nord e' preponderante il pubblico, al Sud il privato e' consistente almeno nella stessa misura. ''La diversificazione dell'offerta rispecchia la sensibilita' di chi programma i servizi in base ai bisogni della cittadinanza - si legge nella sintesi della Commissione - In alcuni casi pare addirittura che l'offerta sia superiore alle richieste'', come ad esempio per 'novità' come il parto a domicilio o in acqua.
Non solo. Gli esperti hanno rilevato anche importanti 'conflitti' in materia: da una parte c'e' la richiesta di un parto il piu' naturale possibile, in un ambiente raccolto e dedicato alla donna e alla famiglia, e dall'altra la percezione che partorire in strutture ospedaliere adeguate riduca i rischi di fatalita'. Insomma, si vuole 'demedicalizzare' la nascita, ma anche potenziare l'offerta dell'epidurale, ''sicuramente una tecnica medica invasiva che richiede l'espressione del consenso informato''. Inoltre aumentano le domande di taglio cesareo, ritenuto ''in grado di evitare danni al bambino, ma anche in contrapposizione con la ricerca di naturalezza del parto''.
Insomma, dopo aver studiato la situazione italiana, evidenziando contraddizioni e punti di debolezza, la commissione ''ritiene che quanto segue risponda ad un criterio di equità e di civiltà: - ogni donna deve poter partorire nelle condizioni di massima sicurezza oggi possibile; - deve poter essere adeguatamente informata sulle diverse opportunità di parto naturale disponibili; - deve essere informata del fatto che il parto cesareo non è sempre il metodo più sicuro di partorire, e non rappresenta l'unica alternativa all'analgesia medica.
E ancora: ogni donna deve poter scegliere il tipo di parto naturale a lei più congeniale sulla base delle proprie inclinazioni naturali, delle proprie esigenze ed essendo pienamente informata dei vantaggi e dei rischi; - se lo desidera, deve poter richiedere di essere privata del dolore del parto, mediante un'analgesia sicura (epidurale) e deve poter fruire di tale analgo-anestesia, contrariamente a quanto avviene oggi, gratuitamente, in ogni momento ed in ogni luogo; - il parto naturale deve essere comunque rivisitato al fine di offrire alla donna la massima sicurezza, la migliore analgesia, il miglior conforto ambientale e la possibilità di essere circondata da persone comprensive, sollecite e premurose; - le donne portatrici di handicap devono poter avere dei punti di riferimento regionali capaci di assisterle con specifica competenza durante il delicato percorso della gravidanza e assicurando, al momento del parto, la migliore, e più adeguata assistenza ostetrica e perinatologica.
TuoQuotidiano.it
21/06/2006
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