Per il prossimo 30 giugno è prevista la sentenza di appello alla Grand Chamber della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo per il processo sul caso "LAUTSI VS ITALY", circa la liceità dell'esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche. Il commento di Luigi Tosti*.
ITALIA - Come è noto, i sette giudici della Corte europea, che hanno accolto (all'unanimità!!) il ricorso della cittadina Lautsi Soile, hanno affermato che l'esposizione del solo crocifisso nelle aule pubbliche lede il principio supremo di laicità dello stato ed il diritto di libertà religiosa delle persone (nella specie: gli alunni) che sono costrette a frequentare quelle aule. Il diritto inviolabile di libertà religiosa - hanno sottolineato i sette giudici - non va inteso solo in senso positivo - cioè come diritto di manifestare la fede esponendo crocifissi al proprio collo o alle pareti della propria casa - ma anche in senso negativo, cioè pretendendo che nessuno affigga crocifissi al nostro collo o alle nostre pareti: e le pareti degli edifici pubblici - per l'appunto - non appartengono al "monopolio" dei cattolici ma allo Stato italiano, che deve dunque garantire alle persone che sono costrette a frequentare quelle aule il diritto di non vedersi imporre simboli di una qualche religione, senza peraltro poter esporre i propri.
Orbene, il Governo italiano non ha gradito questa elementare lezione di diritto ed ha fatto pertanto un ricorso alla Grande Camera (= 17 giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo) che, ridotto nella sua estrema sintesi, si compendia in questa "argomentazione" che, a mio modesto avviso, appare tutt'altro che sublime.
In Italia - ha chiosato il Governo Vaticaliano - la maggioranza della popolazione è cattolica e gradisce, dunque, che il crocifisso venga esposto -in regime di monopolio e in perfetta solitudine- nelle aule delle scuole, dei tribunali e, in genere, degli uffici pubblici. Toglierlo significherebbe dunque "offendere" e "limitare" il diritto di libertà religiosa dei cattolici, piuttosto che garantire il diritto di libertà religiosa della Lautsi Soile e di tutti coloro che, in Italia, appartengono a confessioni, fedi o credo "infimi", che cioè non sono cattolici. Dunque - ha concluso il Governo della Repubblica Pontificia - rientra nel "margine di apprezzamento" (cioè nella discrezionalità) del Governo italiano "limitare" i diritti di libertà religiosa delle minoranze, all'apprezzabile scopo di "garantire la pace sociale": se venissero tolti i crocifissi, infatti, si "offenderebbe" la suscettibilità della maggioranza cattolica, che vuole che nelle aule sia esposto il SOLO crocifisso della loro "superiore" fede religiosa e che venga vietato agli altri di esporre i propri!!
Se questa delirante "argomentazione giuridica" del Governo Italiano dovesse passare, le conseguenze sarebbero a dir poco paradossali.
Si potrebbe ad esempio affermare che è giusto vietare ai "negri" di salire sui mezzi di trasporto pubblici, perché la "maggioranza" della popolazione è bianca e non gradisce la presenza dei "negri" sui mezzi di trasporto. E, in effetti, seguendo la stessa "argomentazione giuridica" prospettata dal Governo italiano alla Grande Camera, si potrebbe affermare che rientra nel "margine di apprezzamento" del Governo italiano consentire SOLO ai bianchi di viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico, allo scopo di preservare la "pace sociale": i bianchi, infatti, sono la "maggioranza" degli italiani e si offenderebbero se fosse consentito anche agli sporchi negri di viaggiare sui treni, sugli aerei etc. etc.
Sostenendo questa sublime "tesi" giuridica, il Governo Italiano è come se avesse detto alla Grande Camera: dal momento che in Italia la maggioranza della popolazione, di fede cattolica, discrimina tutte le altre minoranze religiose, imponendo nelle aule pubbliche l'ostensione del SOLO crocifisso e vietando l'esposizione degli altri simboli, perché ritenuti "inferiori" e "non graditi", "non è opportuno" che la Corte europea dei diritti dell'Uomo condanni la Repubblica Pontificia a togliere i crocifissi (eliminando in questo modo la violazione dei diritti di libertà religiosa e di eguaglianza delle minoranze) perché altrimenti i "razzisti cattolici" potrebbero..... aversene a male!!!
Se questo "sublime ragionamento giuridico" dovesse essere poi trasferito nell'ambito di diritti inviolabili ben più corposi, come ad esempio quelli relativi alla vita e alla non tortura, gli aspetti grotteschi travalicherebbero nel "delirio giuridico".
Si potrebbe infatti sostenere che è legittimo torturare o infilare gli ebrei, i rom e gli omosessuali nelle camere a gas e nei forni crematori, perché magari la "maggioranza" della popolazione gradisce torturarli e ucciderli. Dunque, anche in questo caso la Corte europea non potrebbe condannare uno Stato ad astenersi dalla tortura e dai genocidi perché, altrimenti, verrebbe pregiudicata la "pace sociale" di quello Stato (magari nazista), in quanto verrebbe turbata la "serenità" .....degli assassini e dei torturatori!!
Personalmente ritengo che il "ricorso" della Grande Camera da parte della Colonia del Vaticano -che qualcuno si ostina ancora a chiamare "Italia"- sia destinato ad un inglorioso e clamoroso tonfo. Se così non fosse, significherebbe che la Corte europea ci ha di nuovo precipitati nel "clima", tutt'altro che civile, della seconda guerra mondiale, quando i nazisti torturavano ed infilavano nelle camere a gas gli ebrei, i rom e gli omosessuali.
E che il Governo di Vaticalia sia perfettamente consapevole del punto debole della sua tesi - e cioè che nelle aule vengono esposti SOLO i crocifissi, sicché si garantisce l'espressione del diritto di libertà religiosa SOLO ai cattolici, ma si vieta agli altri il pari diritto - risulta dal tenore delle memorie difensive che sono state stese dal prof. Cardia e che l'attuale Gentiluomo del Papa, cioè il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, ha presentato, con enfasi ed entusiasmo, in una recente conferenza stampa.
Con queste memorie, infatti, il Governo italiano cerca ora di ingannare i giudici della Corte europea con MENZOGNE a dir poco CICLOPICHE, e cioè facendo loro credere che lo Stato italiano ha sempre consentito che nelle scuole pubbliche vengano insegnate TUTTE le religioni e che vengano esposti TUTTI i simboli.
Si tratta però di circostanze palesemente false: e sia il caso di Luigi Tosti che quello di Adel Smith ne sono la prova evidente. Ad entrambi, infatti, la Repubblica Vaticaliana ha vietato di esporre i loro simboli nelle aule, non già perché non ci fosse spazio sufficiente o perché pregiudicassero la stabilità degli edifici, ma perché si trattava di soggetti non cattolici, cioè "diversi". Anzi, i simboli che costoro hanno esposto sono stati immediatamente rimossi perché la loro presenza offendeva la sensibilità dei "superiori" cattolici: il che concretizza atti di "razzismo religioso" intollerabili perché compiuti da Organi dello Stato italiano.
Il fatto che il Governo tenti oggi di ingannare i Giudici della Corte europea con "memorie difensive" mendaci, non è soltanto un atto gravemente offensivo della Grande Camera, ma dimostra anche che il Governo è in perfetta MALA FEDE, perché è consapevole del fatto che l'esposizione del SOLO crocifisso è un atto che discrimina i "diversi" e che, in quanto tale, viola ineluttabilmente il diritto all'eguaglianza e alla non discriminazione religiosa di tutti coloro che non sono cattolici.
3 giugno 2010
*Luigi Tosti, Magistrato rimosso dall'incarico
BLOG DI LUIGI TOSTI
http://tostiluigi.blogspot.com/
SENTENZA PRIMO GRADO
Il commento a cura di S. Sangiovanni
http://www.abystron.org/expo/italia/2009/no-crocifisso-in-aula.aspx