GIORNO DELLA MEMORIA - "Credo che sentire come i ragazzi si siano dedicati allo studio delle persecuzioni naziste, della sofferenza e della resistenza degli ebrei deportati nei campi, dell'epilogo tragico dello sterminio, di queste tragiche esperienze ancora così cariche di insegnamenti e di valori per le nuove generazioni sia motivo di conforto per tutti noi". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha sottolineato concludendo al Quirinale la celebrazione del Giorno della Memoria, nel corso della quale ha premiato le scuole vincitrici del concorso 'I giovani ricordano la Shoah'.
Alla studentessa Maria Elena di Crema che nel suo intervento aveva detto: "Noi tutti siamo qui oggi, convinti che la nostra presenza sia il segno che lo Stato italiano, attraverso momenti come questo, ci stia passando il testimone", il Capo dello Stato ha risposto: "Noi non chiediamo di meglio che trasmettervi il testimone a nome dello Stato".
Il Presidente Napolitano ha quindi salutato il Premio Nobel per la Pace, Elie Wiesel come "la voce più alta che potessimo aspirare ad avere con noi in questa giornata: noi ammiriamo il suo impegno incessante a trasmettere la memoria, a testimoniare e a lottare per la causa della libertà e dei diritti umani, della mutua comprensione e della pacifica convivenza tra i popoli".
Si tratta, ha sottolineato il Capo dello Stato rivolto al Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, "di vivere insieme ideali che sono comuni: gli ideali per la lotta per la libertà, gli ideali del pieno riconoscimento dei diritti dei popoli e, in modo specifico, del diritto del popolo ebraico e dello Stato di Israele a vivere in sicurezza".
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