Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ribadisce l'eredità morale di Sant'Anna di Stazzema.
"Il sacrificio di tanti nostri concittadini che seppero battersi coraggiosamente per il riscatto della loro patria costituisce la più viva eredità morale della Resistenza e della Lotta di Liberazione, che scrisse in questa terra generosa pagine altissime di eroismo". Cosi il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio, ha testimoniato la sua partecipazione alle manifestazioni nella ricorrenza del 65° anniversario dell'eccidio nazifascista di Sant'Anna di Stazzema. "Da quella stagione di rinascita civile - ha proseguito il Capo delloStato - l'Italia trasse la forza spirituale e l'unità necessarie per dar vita ad un ordinamento fondato sui valori di democrazia e di giustizia sociale e sull'attivo sostegno alle organizzazioni internazionali e sovrannazionali rivolte ad assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni".
Per non dimenticare. Gli orrori di una guerra, di tutte le guerre.
A Sant'Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti. Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.
Quel mattino di agosto a Sant'Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti. Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l'ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. 560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie. A Sant'Anna, quel giorno, uccisero l'umanità intera.
La strage di Sant'Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l'Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza. Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana. Quel giorno l'uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.
http://www.santannadistazzema.org/default.asp
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