LA LOCANDINA di d. Giovanni Mazzillo - Uniformare il proprio pensiero a ciò che dice la gente o pensare con la propria testa? Seguire l’andazzo comune nell’impostazione della propria vita o ispirarsi a criteri più grandi, che sono quelli suggeriti da Gesù e dal suo Vangelo? A coloro che gli sono accanto e non a tutti gli altri Gesù domanda: «Che cosa dice la gente su di me?» e «Che cosa dite voi?». Oggi la domanda è proprio rivolta a noi. Dopo duemila anni di cristianesimo e di catechismo, la risposta dovrebbe essere più facile. Ma attenzione: Gesù non vuol sentire la risposta letta in un libro, o mandata giù a memoria, esige, invece, una risposta che attesti il coinvolgimento della nostra vita. Siamo con lui o contro di lui? Se abbiamo affidato a lui la nostra vita, la liturgia di oggi - dedicata a due testimoni straordinari, Pietro e Paolo – ci indica che il nostro coinvolgimento è anche nella comunità e con la comunità (la sua ekklēsìa). In essa viene dato a Pietro il compito singolare di mediare il rapporto con il Regno di Dio (sciogliere o legare significano proprio questo). È tempo che cominciamo a guardare alla nostra comunità, nei suoi diversi ministeri, con occhi diversi. Non si tratta di un assembramento di persone, in cui possiamo agire secondo i nostri stati d’animo e la nostra simpatia. Si tratta, invece, di una comunità dove si gioca l’autentica testimonianza del nostro rapporto con Cristo.
(L’immagine riproduce l’affresco centrale dell’abside della chiesa parrocchiale di Tortora (centro storico). Gesù, seduto su un trono improvvisato, consegna le chiavi a Pietro, sorpreso e inginocchiato davanti a lui. Dietro Gesù sono visibili tre apostoli. L’opera è firmata: “Ginesius Galterius 1768”, pittore nato e vissuto a Mormanno (CS))
PREGHIERA
Forte come una pietra deve essere la tua fede
e come le rocce più solide dovrà sfidare
il tempo e le intemperie.
Forte devi essere tu, Simone,
rinominato Pietro, e queste chiavi;
grandi qui nell’immagine,
che ricevi nelle tue mani,
serviranno per aprire i cuori rinserrati dal dubbio
e le speranze di uomini e donne delusi dalla vita.
Riapri lo scrigno di quel Regno
annunciato da Cristo,
così come lo sentivi annunciare
dalle sue stesse labbra,
quando il cuore ti batteva forte,
perché capivi che il tempo era venuto
e tu, pur con le tue incertezze,
continuasti a seguirlo, fino al giorno in cui,
come il più grande amico perdonato,
professasti il tuo amore e Lui ancora ti disse,
per l’ultima volta, ciò che a noi
continua a dire ogni giorno:
«Seguimi, e la tua vita cambierà per sempre!».
(GM/29/06/08)
Vangelo secondo Matteo (16,13-19) - In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
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