LA LOCANDINA di D. Giovanni Mazzillo - Il Vangelo di Matteo, pur nei suoi continui riferimenti al popolo ebraico, insiste sull’universalità del messaggio di Gesù, la cui destinazione è per tutti gli uomini e per tutti i popoli. Non cessa mai di sottolineare che la fede può essere presente in pagani e popoli lontani, come di fatto succede. A cominciare dai Magi, uomini e donne come gli abitanti di Ninive, la regina del Mezzogiorno e la donna cananea di oggi vengono elogiati perché, contrariamente ai vicini, riconoscono in Gesù il “figlio di Davide”, cioè il Messia. Il loro rivolgersi a lui provoca il volgersi di Gesù anche verso di loro, come la donna alla quale egli sembra, all’inizio, voler chiedere una conferma di fede e di umiltà. Ma la fede della donna pagana è sullo stesso livello della fede di Pietro, prescelto per confermare gli altri nella fede. Anche lei, infatti, oltre a riconoscerlo come Messia, gli si rivolge con la convinzione di chi non ha altri che possa salvarla e, similmente a Pietro, lo invoca: «Signore aiutami!».
(Particolare dell’Hungertuch Misereor 1982, opera di Jacques Chéry, con in alto a destra la scena di una tavola imbandita per gli uomini di ogni razza)
Preghiera
La tavola imbandita e le sue briciole,
il popolo dell’alleanza e la pagana cananea,
gli uomini grandi della storia
e le piccole storie che si consumano nascoste…
Tutto questo dice oggi il tuo Vangelo, Signore,
che rivela, ancora una volta,
quanto la fede sia più grande della religione
e come il mondo intero costituisca
l’unico tempio di preghiera
per le popolazioni della terra.
Qui non ci sono “stranieri”, essendo tutti
concittadini e pellegrini nello stesso tempo,
tutti chiamati alla Tua tavola.
Se alla dodici tribù tu offristi il pane
di cui avanzarono dodici ceste ricolme,
per tutti gli uomini e per tutti i popoli doni la tua vita
e con essa il tuo sogno di un mondo
da costruire tutti insieme. Fa’ che ne siamo
degni e ne diventiamo capaci. Amen! (GM/17/08/08)
Vangelo di Matteo (15,21-28 - In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Isaia (56,1.6-7) - Così dice il Signore: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli».
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