LA LOCANDINA di d. G. Mazzillo - «Tu rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto». Quest’invito di Paolo a Timoteo si può prendere come chiave per cogliere un nesso di fondo nelle letture di questa domenica, al di là della pur semplice affermazione che non bisogna mai stancarsi di pregare, al pari della vedova del Vangelo e di Mosè mentre infuriava la guerra tra il suo popolo e una delle popolazioni ad esso ostile. La forza della preghiera del patriarca era in quelle sue braccia che “restarono salde”, così come resta salda la convinzione della vedova che c’è e ci deve essere giustizia anche sulla terra. Il termine che indica la fermezza delle braccia di Mosè (‘emunâ) è lo stesso che indica la stabilità della fede. Esso rimanda alla capacità di resistenza in qualsiasi contrarietà, anche quando più dura è la lotta e noi rischiamo di soccombere per la nostra debolezza e fragilità. L’esito di una preghiera siffatta, che nasce da una fede che si affida a colui che è più forte di ogni cosa non sarà lo sterminio di nemici umani (come nel finale della prima lettura, che bisogna comprendere nel suo contesto guerresco), ma l’attraversamento delle peggiori difficoltà, siano esse interiori siano esse di carattere esteriore.
PREGHIERA
Tu, Signore, ci insegni a resistere
nella tempesta, anche quando
intorno al tuo santuario
dovesse chiudersi il cielo
e tra le nuvole il mondo dovesse apparire
lontano e come smarrito…
Proprio in momenti del genere
noi ti chiediamo
di rendere più salda la nostra preghiera
e più resistente la fede
che poggia sulla solida roccia
che Tu sei.
Soprattutto allora facci ancora
intravedere la strada
che tra curve e dirupi
ci riporti a casa, pur
tra le forze avverse,
che appaiono minacciose ed ostili.
Amen! GM/21/10/07)
Esodo (17,8-13) - "Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada."
Paolo 2a Timoteo (2Tm 3,14-4,2) - «Carissimo, Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù… annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina».
Vangelo di Luca (18,1-8) - "Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
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