LA LOCANDINA - La 17^ domenica dell’anno C sembra ruotare intorno a una doppia confessione di fede ed è pronunciata da Abramo, chiamato «padre di tutti i credenti». È l’onesta affermazione dei propri limiti e la consapevolezza che Dio ascolta la supplica dei suoi amici: «benché io non sia che polvere e cenere… prendo l'ardire di parlare al Signore». A Gesù qualcuno dei suoi chiede qual è il modo di pregare più coerente con il suo messaggio e con il suo modo di agire. Il Maestro suggerisce di chiedere in primo luogo che da tutti siano riconosciuti il progetto e l’azione di Dio nella storia («sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno») ed inoltre un triplice dono: il pane giorno per giorno, il perdono di ogni giorno e la forza di ogni giorno, per non soccombere nelle prove (è questo il vero significato della parola
peirasmòs, tradotta con tentazione). Sono richieste universali. Pur nella diversità di lingue e culture, ogni essere umano si misura con quanto indicato da Gesù. A questo riguardo qualcuno ha detto che sebbene le lingue nella preghiera siano tante, «le lacrime sono le stesse. Abbiamo in comune una visione di Colui, nella cui compassione si incontra ogni preghiera umana» (Abraham J. Heschel).
PREGHIERA
Siamo noi i tralci, o Gesù,
e vogliano restare sempre attaccati a te,
perché il frutto migliore, che possiamo portare
è portarti nel cuore…
Tu sei l’amico
che veniamo a disturbare di notte
o nelle interminabili sere,
quando non già il pane ci manca,
ma il gusto di mangiarlo o addirittura il senso del vivere.
A tanto ci conduce questa società
dove tutto è consumo e apparenza
ed è continuo l’inganno
di felicità che durano un attimo
e lasciano vuoti incolmabili.
Ti preghiamo, allora, rendici capaci
di cercarti sempre e di parlarti
con animo pronto, anche quando
l’aridità sembra dissecarci, come il sarmento
che lentamente si appassisce
davanti a questa tua icona.
Ma non così sia di questo amore
che ancora oggi davanti a te dichiariamo.
Amen! (GM 29/07/01)
Genesi (18,27) - "Abraamo riprese e disse: «Ecco, prendo l'ardire di parlare al Signore, benché io non sia che polvere e cenere.»
Vangelo di Luca (11, 1-13) << Gesù era stato in disparte a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano; e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione"». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte e gli dice: "Amico, prestami tre pani, perché un amico mi è arrivato in casa da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti"; e se quello dal di dentro gli risponde: "Non darmi fastidio; la porta è già chiusa, e i miei bambini sono con me a letto, io non posso alzarmi per darteli", io vi dico che se anche non si alzasse a darglieli perché gli è amico, tuttavia, per la sua importunità, si alzerà e gli darà tutti i pani che gli occorrono. Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».
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