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ORSOMARSO - La manifestazione celebrata anche ad Orsomarso in piazza Paolo Giannini il 17 marzo scorso per celebrare i 150 anni di Unità d'Italia, ha rappresentato un evento di grande significato, non solo simbolico, e non a caso è stato giustamente dato questo risalto nazionale e mondiale, proprio per la difficile situazione che il sistema Italia sta attraversando. E non parlo soltanto della grave crisi economica, ma anche e soprattutto per i tentativi ormai evidenti ed offensivi di andare verso una deriva secessionista di stampo leghista o neo-borbonico: ben più pericoloso il primo in quanto portato avanti con atti e con parole da una forza politica che ricopre alti compiti di Governo del Paese. Ma non meno preoccupanti le spinte revansciste di stampo borbonico che si accordano perfettamente alle prime e tendono verso il pericoloso obiettivo di spaccare l'Italia e riportarla al rango di "espressione geografica", come la definiva il cancelliere d'Austria principe di Metternich, grande protagonista nel 1815 del Congresso di Vienna e della Restaurazione dei regimi assolutistici.
Insomma siamo di fronte ad un vero e proprio REVISIONISMO BARBARICO, come è stato definito, e bene ha fatto in questo senso il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a richiamare il grande valore dell'Unità nazionale senza la quale non c'è futuro per gli italiani. Infatti, una cosa è individuare e denunciare errori, soprusi, ingiustizie perpetrate a danno di ampi settori della popolazione all'atto dell'unificazione e nel corso della storia unitaria, altra cosa è prendere spunto da essi per rilanciare sciagurati tentativi di secessione. Bisogna riconoscere e ammettere errori e orrori del passato ma affinché ci servano da insegnamento, da lezione per fare in modo che non si ripetano più. Questo atteggiamento lo dobbiamo ai nostri genitori, ai nostri nonni, alle centinaia di orsomarsesi che hanno combattuto due guerre mondiali, nelle quali molti hanno perso la vita in nome dell'Italia o non sono più tornati.
Il luogo scelto per il Consiglio comunale aperto, Piazza Paolo Giannini, ha sicuramente valorizzato uno degli angoli storici del paese, noto con il nome di Palazzotto, proprio dall'edificio che lo sovrasta e che per diversi anni ospitò le scuole elementari di Orsomarso. E proprio sull'argomento scuola non si può non richiamare l'accorato appello rivolto dai genitori dei bambini e ragazzi delle scuole primarie e medie di Orsomarso al Presidente della Repubblica. Un appello che esprime tutta l'amarezza, preoccupazione e delusione per l'atteggiamento che lo Stato ha verso i cittadini, andando a colpire con provvedimenti illogici e irrazionali, giustificati dal desiderio di far cassa, i più deboli e indifesi, i bambini e le famiglie, prospettando per loro un futuro incerto e di minorità rispetto a loro coetanei che magari hanno avuto la fortuna di non nascere in piccoli paesi come il nostro.
A questo proposito è opportuno ricordare cosa dice la Costituzione della Repubblica italiana in merito:
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 33.
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Questi principi fondamentali, contenuti nella fonte primaria del diritto e della legislazione dello Stato Italiano, ci confermano e rafforzano nella giustezza delle rivendicazioni assunte in difesa della scuola nel nostro paese e del diritto allo studio per i nostri figli.
Infine, una menzione particolare va dedicata alla Banda musicale di Orsomarso, intitolata a Santa Cecilia e al compianto maestro Francesco Salerno, che quest'anno taglia il prestigioso traguardo degli ottant'anni di attività. Anche se le testimonianze di archivio ci dicono che a Orsomarso la tradizione della banda risale agli ultimi decenni dell'Ottocento. Andando a leggere tutte le testimonianze riferite alla storia della banda nel corso de novecento e in particolare nel periodo fascista, si scopre come questa esperienza è stato sempre un momento di confronto e di crescita personale e collettiva, insomma una vera e propria scuola di vita che ha fatto apprezzare ad intere generazioni il piacere dello stare insieme, l'amore per il proprio paese e la passione per la più nobile delle arti. La musica. E per tutto questo Orsomarso dovrà ringraziare sempre tutti coloro che hanno dedicato in passato e dedicano oggi alla banda musicale il loro tempo e molte delle loro energie. GRAZIE !
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