ORSOMARSO - Una bella serata all'insegna della degustazione, musica e delle amicizie ritrovate. Ha mantenuto tutte le attese della vigilia l'evento organizzato giovedì 12 agosto in piazza municipio ad Orsomarso su iniziativa della Parrocchia San Giovanni Battista in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune di Orsomarso. Un clima emozionante di festa e di armonia in cui si sono incontrati centinaia di orsomarsesi di tutto il mondo, dai residenti abituali dell'antico borgo a tutti quelli che ormai da decenni vivono sparsi nelle varie regioni italiani, nei paesi europei e nelle lontane americhe. Per la maggior parte di queste persone è stata l'occasione per rivivere momenti e riassaporare sapori antichi, custoditi nello scrigno dei ricordi più cari: è stato infatti organizzato il tradizionale "mmitu" che solitamente cade in occasione della festività di san Giuseppe e che, accanto al falò, rappresenta uno dei riti più emblematici e carichi di significati della storia di questa comunità.
GUARDA LE IMMAGINI
L'idea era nata all'indomani del grande incontro di orsomarsesi avvenuto a Triuggio (Mi) la scorsa primavera, dove circa 300 persone, per più dei due terzi provenienti dai paesi del nord Italia, si erano ritrovate accogliendo con entusiasmo l'invito del parroco don Mario Spinicci, vera anima di questa iniziativa, di darsi appuntamento per il piacere di ritrovarsi e di stare insieme, riallacciando i fili invisibili di tante storie di vita. La proposta di far rivivere il complesso "convito" organizzato in occasione della festa di san Giuseppe è stata fortemente voluta dal presidente della Pro Loco di Orsomarso Vulgo Minervini che ha curato tutta la parte organizzativa e gestionale, insieme ad alcune figure simbolo che per tradizione ed ex voto si tramandano l'usanza di preparare e distribuire le pietanze di questo pranzo particolarissimo.
Ma non è stata soltanto offerta la possibilità di degustare quelle pietanze dal sapore antico: tagliolini fatti in casa con fagioli, riso speziato, ceci, lenticchie, cicerchie, "minestra calata", "rrobbi sicchi". Il tradizionale evento è stato proposto in piazza secondo le modalità e i complessi passaggi simbolici tramandati da secoli di generazione in generazione. Intorno alle ore 20 quelli che nella ritualità vengono chiamati "i santi", si sono seduti alla tavolata imbandita per assaggiare tutte le pietanze che soltanto successivamente potranno essere distribuite e consumate dalle altre persone. Prima di procedere con gli assaggi, una donna ha guidato la preghiera di invocazione a Dio e i santi, in particolare san Giuseppe, per chiedere pace, salute e protezione dal male. La scelta dei 13 "santi", che nella complessa simbologia del rito rappresenterebbero Gesù e gli apostoli, non è stata casuale; in passato queste persone venivano individuate fra la gente più povera che al termine del rito poteva portare a casa tutte le pietanze che aveva assaggiato. Ieri sera si è voluto in qualche modo attualizzare tale scelta; sono stati, infatti, chiamati a far parte dei "santi", uomini e donne di Orsomarso residenti in paese e nelle contrade, ma anche orsomarsesi che vivono ormai stabilmente da decenni in altre regioni d'Italia e nei lontanissimi Brasile e Colombia. Accanto a queste persone, per così dire, di sangue nostrano, è stata chiamata a far parte dei "santi" anche una giovane donna proveniente dalla Romania che si è trasferita qui ad Orsomarso. Un chiaro messaggio, evidentemente, riferito alle problematiche vecchie e nuove che anche il nostro paese, nel suo piccolo, dovrà affrontare nell'era del "villaggio globale" e della complessità.
Terminata questa parte che possiamo definire rituale dell'evento, è iniziata la distribuzione delle pietanze al numerosissimo pubblico presente che ha potuto così degustare e riassaporare la bontà e genuinità di questi piatti. Subito dopo, complici anche un ottimo vino locale e un valente animatore, è esplosa la festa, con musica, canti e balli che hanno coinvolto tutti i presenti, dai bambini agli anziani in un'atmosfera di grande entusiasmo, allegria e partecipazione che è proseguita fino all'una di notte. Insomma, come ha affermato don Mario Spinicci verso la conclusione, "è stata una bella serata", come quelle che ogni tanto si ascoltano nei racconti, velati di nostalgia e commozione delle persone anziane di Orsomarso e di quelli che ormai non sono più giovani.
Un evento che ha sicuramente lanciato un segnale importante che va nella direzione della riscoperta dei veri valori dell'amicizia disinteressata, della semplicità di gesti e di momenti che, proprio in quanto tali, possono donare serenità e felicità. Tutti sono convinti che si tratta di un'esperienza da portare avanti e il buon don Mario ha già annunciato il prossimo appuntamento per il piacere di ritrovarsi che per la nuova stagione di primavera sarà al nord, in Liguria.
1 commenti.
Per visualizzare lo spazio commenti è necessario accedere al sito.