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Un protagonista e testimone della modernità

Giovanni Paolo II, il papa polacco, l’uomo che ha dominato le scene mondiali con la sua figura, i suoi gesti, le sue parole ed i suoi segni per circa ventisette anni, ci ha lasciati.
Un periodo lunghissimo di pontificato, utilizzato con una intensità incredibile, quasi un correre spasmodico per cercare di portare a termine un grande progetto la cui portata e carica assume dimensioni epocali, che definire storici potrebbe anche essere riduttivo. Infatti, la portata, il valore e gli effetti del percorso di quest’uomo eccezionale che noi riusciamo appena a percepire, come accade sempre quando si è testimoni diretti di eventi grandiosi il cui spessore e la cui carica simbolica vengono appena intuiti, passano direttamente alla storia con quella consapevolezza dell’eccezionalità e del significato rivoluzionario dell’evento del quale si è stati testimoni.
Nel fiume di parole e di immagini che scorrono quasi ininterrottamente sui mass media che ci ripropongono quello che è già un film lungo ventisette anni di storia dell’umanità, ognuno di noi si sente più o meno coinvolto e partecipe. Lo sanno bene i giovani che hanno conosciuto soltanto questo papa, ne sono stati attratti e conquistati, conquistandolo a loro volta fino all’ultimo istante della sua esistenza terrena (“Vi ho chiamati. Siete venuti. Ed io vi ringrazio”).
Lo sanno bene gli adulti che, dopo il pontificato di Paolo VI, sono stati investiti da questo grande fiume impetuoso che ha scompaginato qualsiasi piano precostituito, in nome di principi e valori ideali basati sull’amore, sulla fedeltà, sulla comprensione, la solidarietà, la giustizia, la pace, attraverso una carica ed una intensità umana che ha scalfito qualsiasi resistenza.
Lo sanno bene gli anziani, gli ammalati, coloro che si trovano nella sofferenza e nel bisogno, coloro che non hanno la voce, che hanno visto in Giovanni Paolo II la testimonianza diretta e viva che ha sperimentato sul proprio corpo le tribolazioni di tutti, quasi a volerli riassumere su se stesso con l’umiltà e la semplicità di chi non deve nascondere niente della propria umanità anche di disabile.
Un papa che ha cambiato il mondo, si è detto. Ed è vero. Emblematiche, a tale proposito, le sue prese di posizione per la pace che hanno sempre spiazzato coloro che avevano avuto l’illusione di poterlo tirare dalla loro parte; quel suo schierarsi con decisione contro la guerra, quel suo invito pressante a costruire ponti e non muri, lui che tanto aveva fatto per determinare l’abbattimento del muro di Berlino.
Un’eredità pesantissima quella che lascia questo autentico testimone della modernità, non solo per il nuovo papa che da qui a una settimana prenderà il suo posto alla guida della Chiesa cattolica, ma anche per tutti gli uomini, piccoli o grandi che sono chiamati a raccogliere le sfide formidabili che restano sulla strada verso il futuro che è già qui ed ora.
Quale giudizio su Karol Woityla? Sarà la storia a collocarlo nella sua giusta posizione, esaltandone le qualità e le doti che ne hanno fatto un protagonista principale, rivedendone tutti i vari aspetti; a noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo, di vederlo e di ascoltarlo, non resta che sostare in silenzio, trattenendo il fiato, di fronte al mistero della vita e della morte ed al suo muto trapasso.
san.pio gio.
10/04/2005
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