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Gli ex lsu del parco sono sul piede di guerra

PARCO DEL POLLINO - La precaria situazione degli ex lavoratori socialmente utili del Parco nazionale del Pollino continua a rimanere sospesa lasciando nella più assoluta incertezza gli interessati e le loro famiglie che dal 30 giugno, data in cui la ditta che li gestiva ha chiesto la messa in mobilità, non hanno ricevuto alcuna risposta concreta sul loro futuro.
Da un lato, infatti, i lavoratori reclamano dall’impresa la corresponsione delle spettanze maturate, compreso il trattamento di fine rapporto o Tfs come sembra si chiami adesso, dall’altro chiedono che la Commissione regionale per l’impiego proceda all’inserimento dei loro nominativi nelle liste di mobilità; cosa che la commissione della Basilicata ha già provveduto a fare prima di andare in ferie, per i colleghi lucani. Ma al centro di ogni preoccupazione resta il problema della definizione di un percorso serio che porti ad un pieno reinserimento lavorativo, coerente con la professionalità acquisita in dieci anni di attività e formazione nel territorio del parco del Pollino.
Una situazione estremamente complessa della quale si è discusso martedì scorso a Scalea presso la sede della Uila – uil in un’affollata assemblea presieduta dal responsabile del settore Gianvincenzo Petrassi. I lavoratori del versante tirrenico erano presenti in massa ed hanno sfogato tutto il proprio malessere esprimendo con toni accesi e fortemente polemici la netta sensazione di sentirsi quasi abbandonati sia da parte delle organizzazioni sindacali che dalle istituzioni locali e regionali. Nonostante non si siano registrate posizioni univoche sembra comunque che nell’immediato si procederà alla messa in mora dell’impresa per quanto riguarda il pagamento delle spettanze non ancora corrisposte, contemporaneamente si chiederà la costituzione di un tavolo regionale con l’Assessorato al Lavoro della Regione Calabria ma che coinvolga anche gli altri livelli istituzionali, compreso il Presidente del parco del Pollino, al fine di trovare una soluzione praticabile in tempi rapidi e non rischiare di finire nel dimenticatoio.
Non sono mancati coloro che hanno espresso tutta la propria contrarietà rispetto all’atteggiamento dell’Ente parco del Pollino che pare voglia scaricare completamente questi lavoratori, come dimostra l’affidamento in gestione dei centri visita dislocati nei vari comuni dell’area protetta e la ventilata prossima gara per l’appalto della sentieristica. Tutte attività che rientravano nelle mansioni dei 331 ex Lsu in questione.
(san.pio gio.)
31/08/2005
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